De Carli sostiene che suor Anna Monia Alfieri sia sua amica e che lo consideri "un Aldo Moro in erba"


Secondo il pensiero unico delle lobby integraliste, il fanciullo dovrebbe essere ritenuto un oggetto di cui il maschio eterosessuale bianco dovrebbe essere libero di disporre a proprio piacimento. Se sappiamo tutti che nessuna famiglia italiana tratterò mai in casa i temi che riguardano l'affettività e l'educazione sessuale, loro insistono nel sire che bisogna impedire che la scuola collabori con le famiglie nell'educazione. Il loro timore è che qualcuno possa dire ai loro figli che l'omofobia non è cosa buona e giusta o che faccia male mamma a dire che è caduta dalle scala equando papà la picchia brutalmente.
E se è vero che fortunatamente non tutte le famiglie sono disastrate come quelle che loro vorrebbero abbandonare, è altresì vero che nella stragrande maggioranza dei casi i nostri giovani scoprono al sessualità con YouPorn o con film non sempre attinenti alla realtà. Infatti non tutte le separazioni finiscono con la pesca dell'Esselunga che piace a Salvini, non tutte le donne finiscono con l'innamorarsi pazzamente come nei film rosa e quasi mai il sesso funziona come nei film a luci rosse.
Ma, davanti al cadavere di Giulia, loro sostengono che si dovrebbe voltare lo sguardo altrove e lasciate tutto come sta ora. Poi pazienza se i femminicidi continueranno, tanto è molto probabile pensino che a morire sarà sempre la figlia di qualcun altro.

In quella loro abitudine a rivendicare il possesso del pensiero altrui, De Carli sostiene che una foto lo legittimerebbe a dire a suor Monia Alfieri che lui vorrebbe vederla combattere l'educazione nelle scuole. Ovviamente il pretesto è quello di difendere l'odio omofobo e garantire che la suola non dia sicurezza agli studenti lgbt contro cui loro incitano discriminazioni e pregiudizi:



Non si capisce perché mai sarebbero "ore complicate" dato che a ritenerle tali sono solo gli antagonisti all'educazione. Non si capisce perché definisca "attivista arcobaleno "la Concia davanti a progetto che non riguardano i gay. E neppure si capisce perché citi a caso la truffa "gender" davanti ad un progetto che riguarda il contrasto al patriarcato, manco ritenesse che la sua paura di vedere gay non discriminati dovesse rendere accettabile la morte di centinaia di donne.
Al limite del surreale è come De Carli arrivi a paragonarsi ad Aldo Moro, assicurando che sarebbe stata la suora che sta sempre da Porro a proporre quell'accostamento.

Non meno opinabile è il suo sostenere che la mancata promozione dell'omofobia sarebbe "diseducazione" agli occhi di un partito che promuove la sottomissione femminile:



Poco chiaro è anche perché sostenga che qualcuno voglia togliere responsabilità ai genitori. O vieterà anche la televisione, i film o i libri, o pare abbastanza evidente che la società contribuisca necessariamente all'educazione dei ragazzi. Sperare che i figli possano essere messi sotto una campagna di vetro affinché un genitore possa indottrinarli al proprio pensiero significherebbe non avere alcun rispetto per il diritto dei giovani ad una sana educazione.
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