L'imbarazzante attacco di Adinolfi a Zan
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La destra non ha problemi con le attività imprenditoriali della Santanché, della madre della meloni, della fidanzata di Salvini o della moglie del governatore leghista che vendeva camici al marito. Ma curiosamente sostengono che chi è del Pd non debba poter avere un reddito.
L'accusa arriva da quel tizio che cerca di fare soldi vendendo libri di istigazione all'omofobia e promettendo vincite miliardarie a chi gli dà i suoi soldi da scommettere, senza chiarire quale sia la certa che lui si vuole intascare.
Sostenendo esisterebbe una fantomatica "lobby gay", è a nome delle lobby integraliste che Mario Adinolfi cerca di attaccare Zan per pratiche perfettamente legali:
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In realtà è Adinolfi che pretende di parlare a nome di famiglie che si guardano bene dal votarlo, mentre non ci risulta che Zan si sia mai proposto come capo di non-si-sa-cosa. Comico è il suo dire che essere gay farebbe far fare soldi facili, sostenendo che lui si sentirebbe "demonizzato" solo pe5rché chiede leggi che impongano la sua omofobia nelle vite altrui
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Se sono loro ad essere un ristretto gruppo di integralisti in cui Adinolfi, Pillon e Coghe fanno a gara nel proclamarsi i più omofobi tra gli omofobi, è in una narrazione completamente dissociata da qualsiasi realtà che l'estremista prosegue:
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Ovviamente dice di aver detto tutto questo senza aver visto l'inchiesta che cita come fonte:
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Speriamo che Zan possa querelarlo, magari farà soldi anche grazie a lui. Di certo è un po' imbarazzante osservare come Adinolfi paia dire cose a caso, citando reality-show, ministri leghisti e soap opera in quella sua abitudine a fare tanto rumore per non dire nulla. L'unica cosa evidente è la sua volontà di istigare discriminazione, piagnucolando che col ddl Zan chi commettere rati penali avrebbe rischiato delle aggravanti.