Il Giornale plaude all'arroganza di Coghe


Sarà che Jacopo Coghe appare fondamentalmente un prepotente a cui piacerebbe comandare. Lo dimostra ancgw l'arroganza con cui si auto-proclama portavoce delle famiglie italiane o espressione di una fantomatica "stragrande maggioranza" degli italiani. Ma è ormai noioso il suo sbraitare da giorni che lui esige che il Pd dica ciò che vuole lui.
D'andronde vorrete mica che il tizio che voleva essere "libero" di poter istigare discriminazione riconosca la libertà di pensiero e di espressione altrui. E così scrive:



Coghe cita la propaganda de Il Giornale, il quale sostiene che promuovere omofobia e voler privare le donne dai loro diritti significherebbe essere "dalla parte della vita". Curioso, dato che spesso le vittime di omofobia muoiono, le donne vengono ammazzate mentre Coghe continua a fare soldi. Eppure loro scrivono:

Essere dalla parte della vita significa essere violenti. Il Municipio IX di Roma ha impegnato il consiglio di Zona a «condannare fermamente le violenze di Pro Vita & Famiglia nei confronti delle donne e delle persone non eterosessuali». La delirante mozione firmata dai consiglieri di sinistra e Pd suona stonata nei tempi e nei modi. Pochi giorni dopo l'aggressione delle militanti di Nonunadimeno alla sede all'Esquilino di Pro Vita e Famiglia, in cui la Digos ha ritrovato una molotov fortunatamente inesplosa, la sinistra anziché solidarizzare con chi ha subito l'ennesimo episodio di squadrismo spara a zero sui leader del movimento prolife Tony Brandi e Jacopo Coghe, accusandoli di «violenze e torture» per il loro no all'aborto e la proposta di far ascoltare il cuore battente alle donne che vogliono abortire.

Sostenere che un portacandele spacciato per "bomba" da Coghe non sarebbe esploso "per fortuna" quando era privo di innesco significa mentire. Negare la violenza dell'ideologia di Coghe significa esserne complice. E vorremmo la stessa solidarietà per i ragazzi spinti al suicidio da quell'omofobia che Coghe promuove.

Surreale è anche il commento fi Fratelli d'Italia, compiaciuta dalle aggressioni ai diritti civili dell'organizzazione forzanovista. Citando squallidamente le liste di proscrizione introdotte da quel Mussolini che arde nel loro simbolo, scrivono: «Si giustifica la violenza sull'avversario politico. Come nella migliore tradizione, siamo alle liste di proscrizione alle quali ci avevano abituati negli anni precedenti».
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