Il partito di Adinolfi chiede il carcere per chi non la pensa come loro


Il partito di Mario Adinolfi diceva che il ddl Zan fosse "liberticida" verso chi commetteva reati penali, sostenendo che Adinolfi e Coghe ritenessero che l'omofobia fosse una fantomatica "libertà di espressione" da garantire ai loro finanziatori. Peccato che ora chiedano il carcere per chi dissente dal loro pensiero unico.
In particolare, è il solito Mirko De Carli a scrivere che lui vorrebbe arrestare chiunque metta in discussioni le leggi attuali, soprattutto se si parla di avere rispetto del diritto dei malati terminali a poter scegliere della loro vita:



Con buona pace per De Carli, non è omicidio rispettare la volontà delle persone che lui vorrebbe fossero rese vittima di tortura. Magari potrebbe essere ritenuto omicidio voltare lo sguardo davanti ai figli dei migranti che muoiono in mare o promuovere un'omofobia che porta le sue vittime al suicidio, ma è folle dare simili etichette all'autodeterminazione altrui. Ed è noioso il suo inventrasi possano esistere "cure" a malattie incurabili.
Dimostrando si credere poco nell'intelligenza dei suoi, si inventa anche che qualcuno potrebbe "ammazzarli" al posto di "curarli". Il che è ovviamente falso, visto che lui è libero di farsi torturare quanto vorrà anche se Dio vorrà regalargli una qualche malattia debilitante. Ma qui il tema non è lui, ma il fatto che agli altri venga negato il diritto di scegliere perché lui vuole imporsi sui loro corpi.
Citare il diritto alla vita per sostenere il divieto alla morte è mera retorica. Perché se lui vuole scegliere per sé stesso e soffrire il più a lungo possibile, altri potrebbero voler scegliere in modo diverso dal suo. E chiedere il carcere per chi mette in discussione la necessità di calpestare il diritto di scelta dei malati è davvero inaccettabile.
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