La sindaca leghista di Monfalcone vieta la preghiera agli islamici


L'Italia di Salvini non è solo un luogo in cui il vicepremier inneggia ad un assassino che ha compiuto due esecuzioni sommarie per strada o in cui dichiararsi antifascisti può condurre ad essere attenzionati dalla Digos. È anche un luogo in cui la Lega si arroga il diritto di calpestare il principio costituzionale sulla libertà di culto per rincorrere un elettorato razzista.

Mentre Salvini e Pillon rivendicano l'imposizione di crocefissi nelle aule scolastiche, in tutti i luoghi istituzionali, nelle biblioteche e nelle stazioni ferroviarie, la sindaca leghista di Monfalcone, Anna Cisint, sta conducendo unna violenta crociata contro la comunità islamica della città.
Dal palco della manifestazione organizzata da Matteo Salvini a Firenze, la sindaca si è messa a sbraitare dal palco: “Un islamico terrorista è riuscito a sopravvivere a Milano per oltre un anno in una moschea. Da sindaco, ne ho chiuse due di illegali, erano pericolose per la sicurezza”. In altre parole, rivendica il suo impegno nel chiudere qualunque luogo di culto non fosse a lei gradita.

Per supposte ragioni urbanistiche, ha fatto dichiarare non accessibili due strutture adibite a luogo di culto in via Duca d’Aosta e in via Fanin. E davanti ai sovranisti di mezza Europa, la sindaca si è vantata della ordinanza di inibizione ad entrare nel cantiere di un immobile in corso di ristrutturazione interna dal 2018. I lavori furono bloccati a causa di supposte violazioni delle norme antisismiche. Una volta che la leghista ha chiuso tutte le moschee, alcuni fedeli si erano riuniti nel cortile esterno di quest'ultima struttura ma è arrivata l'immancabile ingiunzione “con effetto immediato” in cui le loro preghiere venivano vietate per presunta tutela della pubblica incolumità.

Ma mentre la sindaca si diverte a privare dal diritto di culto gli islamici, presumibilmente solo perché di religione sgradita all'estrema destra e a Salvini, la scorsa settimana sono state recapitate al centro islamico due pagine del Corano bruciate ad indicare che quelle prese di posizione stanno alimentando un crescente clima d'odio.
Eppure la sindaca continua a urlare che lei vede un fantomatico pericolo di islamizzazione. E dica anche che lei voleva vietare "i sacchi in testa alle bambine" in un uso volutamente offensivo e irrispettoso di termini inappropriato per definire il velo.

Il capogruppo della Lega nel consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Antonio Calligaris, ha cercato di difendere l'operato della sindaca titando in ballo il suo dire che quelli che rappresentavano la Boldrini come una bambola gonfiabile lo farebbero in difesa delle donne: “La Sinistra dimostra di ignorare i gravi problemi che affliggono Monfalcone, quale conseguenza di un afflusso incontrollato di stranieri favorito dalla loro inerzia del passato che ha portato nel nostro contesto le peggiori pratiche di sopraffazione delle donne, i ripetuti abusi che hanno riguardato i sovraffollamenti, le inaccettabili condizioni igieniche dei loro negozi e le violazioni delle norme urbanistiche, nonché dell’ordine pubblico, legate ai due centri islamici”.
Peccato che tali parole lasciano comprendere molto chiaramente che ad animarli è solo un forte astio verso gli stranieri, ossia quelle persone che il loro Salvini sequestrava a fini di propaganda elettorale.
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