L'indecenza del pastore Carollo che irride il femminicidio per opporsi all'autodeterminazione dei malati


Nulla vieta al pastore Luigi Carollo di poter essere fieramente omofobo, sessista e contrario ai diritti dei malati terminali. Ma un conto è proporre idee aberranti, un altro è rendersi ridicoli irridendo il senso delle parole e le donne vittime di femminicidio.
Poiché il femminicidio si ha quando un uomo uccide una donna in quanto donna, è alquanto patetico che l'evangelico derida le donne che subiscono violenza definendo "femminicidio" l'autodeterminazione di una malattia terminale che lui avrebbe voluto torturare contro il suo volere. E dato che il patriarcato si ha quando un uomo esercita possesso sulla donna, ancor più patetico è come lui accusai cappato di essere "patriarcale" perché difende i diritti dei malati. E forse neppure ha capito che Luca Coscioni è il nome di un'associazione, dato il su parlare di Coscioni come se fosse una persona:



Se Carollo vuole soffrire, è liberissimo di farlo. Anzi, saremmo i primi a batterci affinché non gli sia risparmiato un solo secondo di agonia visto il suo dirsi desideroso di soffrire come un cane. Ma se un'altra persona decide di interrompere inutili agonie, con quale diritto lui urla che a lui non sta bene? Quale prepotenza lo spinge a sostenere che lui dovrebbe avere diritto di opporsi alla volontà altrui?

Se è vero che l'italiano stentato di Carollo rende difficile comprendere il senso di ciò che scrive, pare abbastanza surreale il suo sostenere che quello sarebbe un presunto "diritto alla morte". Infatti si parla di diritto all'autodeterminazione, ossia alla libertà di poter scegliere per sé stesso. Quindi, in virtù dell'autodeterminazione, lo stesso Carollo avrà ogni diritto di scegliere di soffrire oltre ogni umana sopportazione qualora sarà lui ad essere colpito da malattie gravi. Al contempo, agli altro andrebbe garantito il diritto di potersi sottrarre al suo volere e di poter decidere per sé stessi.


Update 20:26. Nel consueto post con cui il pastore evangelico è solito aizzarci contro i suoi seguaci, Carollo tenta di sostenere che lui abbia deciso che rispettare il diritto di scelta dei malati sarebbe "femminicidio" anche se è evidente che non lo sia:



Notevole è anche la sua abitudine ad auto-elogiarsi, mettendosi da solo un "mi piace". Ed è curioso sostenga che lui si senta nel dovere di "allarmarsi" davanti ad una persona non è stata costretta con la forza a subire il uso volere sul proprio corpo.
In attesa di vedere se alcuni dei suoi proseliti avranno il coraggio di sostenere quelle teorie, a Carollo potremmo spiegare che Giulia Cecchettin non ha scelto di essere ammazzata dall'ex fidanzato che si sentiva nel diritto di possederla. Ed esiste una certa differenza tra ciò che è consensuale o ciò che non lo è, altrimenti il sesso che lui dice di praticare con sua moglie dovrebbe essere equiparato allo stupro, dato che dal punto di vista meccanico si tratta del medesimo movimento di bacino.
Ovviamente nessuno ha dato una "sentenza", dato che ogni decisione è stata assunta dalla donna che soffriva di sclerosi multipla secondariamente progressiva. Ed è Anna ad aver spiegato nel suo ultimo messaggio di aver amato la vita e poi di aver scelto liberamente: «Io oggi sono libera, sarebbe stata una vera tortura non avere la libertà di poter scegliere».
Carollo le avrebbe voluto impedirle di poter scegliere. Carollo l'avrebbe voluta costringere a soffrire contro la sua volontà. Ed è lecito ritenere che Carollo offenda le centinaia di donne che sono morte per femminicidio usando quel termine per definire la libertà di una donna che lui avrebbe voluto soggiogare alla sua volontà.

Già nelle scorse ore Carollo pare aver voluto irridere chi osserva che l'uso della locuzione "la mia donna" sarebbe sessista perché indica un possesso dell'altra persona. Ed è probabilmente è contro chi combatte il sessiamo e la violenza di genere che ha pubblicato una fotografia insieme alla moglie asserendo che quella donna era cosa sua:



Ora parrebbe voler sostenere che anche Anna dovrebbe essere considerata cosa sua e che lui abbia ogni diritto di potersi imporre su di lei per costringerla a fare ciò che vuole lui. ma, grazie a dio, Anna è stata libera di scegliere e non è stata resa oggetto del suo desiderio di dominio degli altri.
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