L'infinito piagnisteo di Coghe, sostenuto da Giordano e Belpietro


A Jacopo Coghe non sta mai bene niente. Lui non vuole che le donne manifestano quando un uomo le ammazza. Lui non vuole che gli studenti trans siano risparmiati da inutili discriminazioni a scuola. Lui non accetta che i gay possano sposare chi vogliono...
Da ormai due settimane urla che lui vuole che quattro scritte sulle sue serrande siano ritenute "attentato terroristico" perché lo dice il giornale di quel tizio che si spedì da solo dei proiettili per simulare false minacce:



Se pare ovvio che Coghe dica che a lui non sta bene chi sporca ma a lui non sta bene manco chi pulisce perché l'importante è inveire contro tutti, il fatto che la fantomatica "devastazione" di cui parlava sia stata risolta da altri con due minuti di lavoro non fa che smentire la sua versione die fatti.

Ma ovviamente il suo fine è politico, perché da giorni dice che lui ordina che il Pd gli esprima solidarietà quando lui si guarda bene al dichiarare solidarietà alle donne ammazzate o ai gay uccidi dall'omofobi. Naturalmente a dargli corda e Mario Giordano:



In realità, sarebbe stupido esporsi alle polemiche di un tizio che fa polemica di lavoro. Dare corda a chi dice che due scritte siano "terrorismo" e che spaccia un portacandela per una "Bomba" significherebbe stare al suo gioco. Eppure Coghe non si lamenta mai quando è la sua Giorgia Meloni a non rispondere ai giornalisti...
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