Nicola Porro scaglia Max Del papa contro il padre a cui hanno ammazzato la figlia


L'impressione è che Nicola Porro preferisca attaccare le famiglie delle vittime di femminicidio piuttosto che i loro assassini. E cosi, oggi ha chiesto a quel diffamatore seriale del suo Max Del Papa di scrivere una di quelle sue solite porcherie in cui insulti, scorregge e insinuazioni cercano di diffamare un uomo a cui hanno appena ammazzato la figlia:



Mostrando una bassezza morale e intellettuale veramente intollerabile, Porro e Del Papa rilanciano alcuni presunti post del padre di Giulia che circolano sui gruppi neofascisti, sostenendo che se quell'uomo non fosse stato privo di ogni peccato, allora diventerebbe legittimo essere misogini e sessisti. In altre parole, sarebbe come se volessero sostenere che sarebbe lecito stuprare la figlia di Giorgia Meloni perché il suo papà non mostrava particolare rispetto per le colleghe a cui chiedeva sesso.

Ovviamente anche un decelerato capirebbe che è assurdo associare un tema sociale ad una singola persona, ma tutto fa pensare che Porro confini moltissimo sulla stupidità dei suoi elettori. E cos', in quella loro "logica" per cui a sedere sul banco degli imputati dovrebbe esserci la vittima e non il carnefice, scrivono:

Dal patriarcato social al patriarca tivù il passo è breve e troppo breve. E, in caso, troppo comodo. Per questo sarebbe bello che Papa Gino chiarisse la sua omelia alla luce dei cinguettii maledetti che gli si imputano: così schiarisce tutto e si fa piazza pulita di quest’altra diatriba allucinante. Se sono proprio suoi, allora la finisse di insegnarci a vivere, per di più accusandoci (siamo tutti responsabili, tutti criminali, tutti maschi…), si assumesse, virilmente, la responsabilità delle eventuali coglionate passate, per le quali nessuno lo crocifiggerà, almeno tra chi resta umano, non essendo di sinistra, e si chiudesse in un dignitoso silenzio: fatti, non sermoni.

Quindi dovremmo credere ad un Salvini che dice di aver cambiato idea sui meridionali ma non ad un uomo che si è accorto che il sessismo ha ucciso sua figlia?

Non contenti, accusano il padre di Giulia di essere cattivo con chi insulta la sua famiglia denunciando reati penali che Porro sostiene dovrebbero restare impuniti:

Gino gira intorno. Pretende di porsi come nuova coscienza collettiva. Lascia cadere frasi come rovesci di pioggia: adesso ho capito, adesso sono un altro; e ciascuno si faccia l’idea che vuole. Però manda l’avvocato a querelare i “leoni da tastiera”, cui evidentemente verranno chiesti soldi in sacra riparazione dell’onore: finiranno se mai nel capitale sociale della fondazione appena annunciata? Il legale da parte sua alimenta l’ambiguità: non spiega, non “entra nel merito”. Si no. E tutto finisce nell’imbuto.

Il bello è che Del Papa dà per scontato che qui messaggi siano diffamazione. Non ci prova neppure a spacciarli per "opinioni" mentre insulta chi esercita i suoi diritti civili sporgendo querele che saranno valutate secondo legge. E sinceramente fa schifo vedere una destra che esercita violenza contro le vittime, esaltando i carnefici:



Come no? Il loro generale sarebbe sempre "censurato" mentre insulta la nostra Costituzione e il padre di una vittima di femminicidio dovrebbe tacere perché a Porro non piace ciò che dice. Certo. E neppure perdiamo tempo a spiegarci che il loro eroe sessista non è stato "censurato" da nessuno, semplicemente molte persone per bene non avevano alcun interesse a pagare 35 euro per potersi sedere al tavolo con lui ad ascoltare un imbonitore che cerca di vendere un orribile libro che attacca donne, gay e stranieri.
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