Per il Consiglio d’Europa, gli attacchi del governo Meloni ai gay sono "violazione dei diritti umani"


Giorgia Meloni sta violando i diritti umani. È quanto emerge dal report di Dunja Mijatović, commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa che nel giugno 2023 ha incontrato il ministro degli interni Piantedosi e la ministra alle pari opportunità Roccella par fare il punto della situazione sui diritti umani dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei migranti e sui diritti delle donne e delle persone lgbt+.
L'esito è stato disastroso e gli attacchi legislativi in corso contro la comunità lgbt compiuti dal Governo meloni sino stati ritenuti “violazioni dei diritti umani“.

Se Pillon ha esultato quando insieme a Jacopo Coghe ha negato al paese una legge nazionale contro l'omobitransfobia, la commissaria non crede ad un'Italia che promette "il massimo impegno a favore della protezione dei diritti dei bambini e priorità al loro interesse superiore" mentre ogni giorno manda indicazioni differenti.
La Commissaria ha poi sollecitato le autorità italiane ad approvare una legge contro l’omobitransfobia e ha ricordato il dovere delle autorità di garantire l’interesse del minore anche in relazione alla trascrizione degli atti di nascita esteri dei figli nati tramite gestazione per altri o in seguito a tecnologie di riproduzione assistita. Invita inoltre il governo ad astenersi dall’impugnare retroattivamente la trascrizione dei certificati esteri già registrati in Italia, poiché tale azione inciderebbe negativamente sul diritto del bambino ad un’identità personale, che comprende nome e rapporti familiari riconosciuti dalla legge e il diritto di preservare tale identità senza interferenze. Insomma, la famigerata "circolare Piantedosi" non sarebbe altro che una vera e propria violenza contro i bambini.
In merito ai rifugiati, ai richiedenti asilo e ai migranti che muoiono e scompaiono in mare, la commissaria ha ricordato la necessità di "prevenire morti e sparizioni" e ha chiesto alle esortando le autorità italiane a fare tutto il possibile per garantire che siano predisposti percorsi sicuri e legali. Ed ovviamente la Mijatović ha espresso preoccupazione davanti alle ipotesi di "blocco navale" usate in campagna elettorale da Giorgia Meloni in quanto il diritto di chiedere protezione internazionale è un diritto fondamentale e inattaccabile.
Ovviamente ha sottolineato l'illegittimitò dei ripatri in Libia, dato che non può essere considerata un luogo sicuro ai fini dello sbarco. E la situazione dei diritti umani in Tunisia non va certamente meglio, soprattutto per alcune categorie a rischio.
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