L'indecenza di Costanza Miriano che paragona le unioni gay ai tumori


A volte ritornano. Dopo aver cercato di ottenere un divieto alle unioni civili, la signora Costanza Miriano si dichiara furiosa verso un Papa che non nega benedizioni alle coppie gay. E tanto ha ovviamente eccitato il settimanale ciellino diretto da Riccardo Cascioli:



La signora Miriano parte dal presupposto che i gay rappresenterebbero il "male". Non i preti pedofili o i russi impegnati in stupri minorili: il "male" sarebbe rappresentato da chi si ama:

Come si passa dal benedire le persone singole, a benedire un’azione che fa il loro male? Che bisogno c’è? Che valore ha l’atto di benedire non una persona – cosa sacrosanta – ma la sua decisione di male, cioè di radicarsi in una situazione oggettivamente disordinata? Perché non la benedizione della persona, invece che della azione che oggettivamente la tiene attaccata alla sua ferita? Perché benedire il tumore, e non il malato di tumore? Qual è il significato? Qual è il bene? Non basta a far sentire accolta una persona omosessuale il fatto di essere benedetta, assolta, perdonata, abbracciata, incoraggiata a proseguire il suo cammino alla ricerca di Dio?

Il fatto che la signora Miriano paragoni l'amore tra due gay ad un tumore dovrebbe suscitare orrore e disgusto. Ma lei non si accontenta, perseguendo nello scrivere:

Perché non dovrebbe bastare che Gino e Pino vengano benedetti come persone? Perché si dovrebbe benedire il loro avere rapporti “innaturali, inadeguati e non umani”, come dice il documento stesso?

In realtà non avrebbe senso benedire Gino e Pino come persone in quanto coppia. E sinceramente ha forse ragione lei sul fatto che bisognerebbe rigettare le loro teorie sul fatto che quella coppia andrebbe insultata e definita “innaturale inadeguate e non umana” come il loro amato Ratzinger ha fatto scrivere nel catechismo.

Arriva così a dire che l'amore sarebbe peccato. Non la sentiamo mai criticare chi va con prostitute o con minorenni, ma due uomini che si amano proprio non le vanno giù:

Certo, io non sono teologa e sono solo andata al catechismo, ma una cosa mi è chiara. Il peccato offende Dio non perché Dio sia un legislatore sadico e dispettoso, che ha messo delle regole a suo piacimento. La legge di Dio è come funziona il cuore dell’uomo, andare contro la legge fa soffrire. Dio non benedirà mai ciò che ci fa male.

Peccato che prima andrebbe dimostrato che l'amore faccia male e che il suo odio omofobico sarebbe cristiano. E vedremo se Dio preferirà il suo odio verso l'amore altrui all'amore di chi è vittima della sue invettive.

Arriva così a dire che i gay andrebbero invitati a farsi schifo e che va elogiato chi dice ai gay che non devono poter vivere la loro vita perché la signora Miriano dichiara di sentirsi migliore di loro sulla base delle sue pulsioni sessuali:

Ma io prima di tutto vorrei che venisse ascoltato il grido di dolore delle persone che provano attrazione verso lo stesso sesso, e che finora hanno trovato nella Chiesa l’unica voce che indicasse loro la verità. Perché io non so dove vivano quelli che lavorano alla Congregazione per la Dottrina della fede, ma nel mondo, almeno in Europa, Usa, Canada, in tutto il mondo occidentale l’omosessualità è non solo non condannata né stigmatizzata, ma anzi incoraggiata.

In che modo potrebbe essere "incoraggiata" una caratteristica naturale come l'orientamento sessuale lo sa solo lei. Ed è recitando i soliti ritornelli che se ne esce affermando che:

I colossi dell’entertainment pagano dazio alla lobby mettendo almeno una coppia dello stesso sesso in ogni serie o film, altrimenti neanche ottengono l’imprimatur. Le scuole promuovono le carriere alias anche contro la legge, attivisti del mondo lgbt vengono chiamati a pontificare per insegnare a tutti che quello è l’amore vero, perché bisogna essere inclusivi (che orrore leggere quella parola anche in Fiducia supplicans, ormai l’unica opera che non usi “inclusivo” nel suo vocabolario è il Vangelo, e io due domande me le farei).

Se lei ritiene che il Vangelo non sia inclusivo, forse due domande dovrebbe farsele. Ed p noioso il suo ripetere che il gay dovrebbe soffrire per non essere nato donnaiolo:

A giudicare le persone omosessuali è solo il loro personale dolore, è la verità intima che li fa soffrire, non lo stigma sociale. Ma quello che si aspettano dalla Chiesa è la Verità, che ci fa liberi davvero, e un incoraggiamento a proseguire nella ricerca di Dio, perseguendo la castità, come molti omosessuali cattolici fanno. Sono loro le vere vittime di Fiducia supplicans.

Dato che la signora non vive in castità, è molto pretenzioso il suo dire che altri dovrebbero farlo perché lei non ama chi non è espressione della sua sessualità.
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