Cascioli e Adinolfi si appellano alle teorie di Putin contro lo spot Pupa: «È propaganda Lgbt»


La Nuova Bussola Quotidiana, che da anni è impegnata nella promozione dell'omofobia, si è unita alle scomposte e isteriche proteste dell'ex senatore Simone Pillon contro uno spot che la Lega sostiene possa danneggiare i bambini perché osa dare rappresentazione a due donne che si amano:



Nell'articolo, l'organizzazione di estrema destra gestita da Riccardo Cascioli afferma:

Il noto brand di make-up Pupa ha lanciato proprio oggi in concomitanza con l'inizio del Festival di Sanremo uno spot pro gay.

La definizione di "spot pro gay" è indicativa, perché parte dal presupposto che non vietare l'esistenza dei gay significherebbe promuoverli. Ed è un po' assurdo che a suscitare la loro ira sia una scena che viene co9ntestata unicamente per la presenza di due lesbiche:

Nello spot si vede una futura sposa che si trucca e poi entra in chiesa. All’altare ad aspettarla il suo futuro sposo. In un’altra scena invece c’è un’altra giovane donna alla guida di un’auto. La macchina ha un guasto. Allora la giovane donna scende dall’auto e corre verso la chiesa. Bussa alla porta di questa e fa il suo ingresso in chiesa. Le due donne si guardano, quella che ha appena varcato la soglia della chiesa fa un gesto alla donna che sta per sposarsi e quest’ultima scappa da lei, lasciando il fidanzato attonito. Cambio di scena e le due amanti salgono su un autobus che sta passando da lì.
Lo spot si rifà alla scena finale del famoso film
Il laureato, solo che ora i due fuggiaschi non sono una coppia eterosessuale, ma omosessuale.

Sulla base di questo, il sito di estrema destra ne conclude che l'omofobo dovrebbe odiare chi non odia i gay. Ed ovviamente si appellano alle teorie del loro amato Putin e il suo sostenere che l'omosessualità possa essere "propagandata":

La scelta di abbinare lo spot televisivo al Festival è comprovata dal titolo dello spot: “Spot Sanremo 2024”. Questo spot è un’ulteriore prova che ormai se dici Festival di Sanremo pensi ai gay. I pubblicitari lo sanno benissimo e quindi trovano naturale accostare la propaganda arcobaleno al Festival al fine di promuovere alcuni prodotti.

Insomma, il delirio. ma ancheil solito Mario Adinolfi si lanciato nelle sue solite polemiche, affermando: «Voglio sottolineare agli uffici marketing che stanno ormai ripetutamente seguendo i diktat Lgbtq, che sono meccanismi commercialmente dannosi. Si continua a voler massacrare l’idea più cara che c’è alla radice dell’essere italiani, cioè l’idea di famiglia. Se guardano la struttura della società italiana, si accorgeranno che nonostante l’evidente crisi del matrimonio, e del matrimonio in Chiesa, continuano a sposarsi ogni anno circa 350mila persone, uomini e donne. Nello stesso anno l’unione gay, voluta per legge, unisce circa 2mila coppie».
Secondo la teoria di Adinolfi, i dati che lui cita a casaccio sarebbe dimostrazione di come starebbe «tramontato tutto, era solo una moda». Evidentemente non sa ch ei gay esistevano secoli prima che lui nascesse ed esisteranno anche quando lui sarà morto.
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