Gli evangelici tornano ad attaccare i diritti delle persone trans


Il pastore evangelico Luigi Carollo appare abbastanza noioso nella sua incessante campagna di istigazione alla discriminazione. Avvezzo a ripetere tutto quello che l'organizzazione forzanovista Provita Onlus gli dice di dire, anche oggi lo troviamo a citare quel tizio di Fiamma Tricolore che veniva finanziato dalla sua congregazione, ossia da quel gruppi di sedicenti "cristiani" che sostengono che il generale Vannacci sia frutto delle loro preghiere a Dio:



La tesi è sempre la solita: dato che a Carollo piace vantarsi di quanto lo eccitino sessualmente le donne, bisognerebbe vietare l'esistenza delle persone trans che non piacciono ai neofascisti. E così, in una evidente deriva ideologica, l'amico di Carollo esordisce dicendo che andrebbe ritenuto "pro-life" chi si oppone all'esistenza di interi gruppi sociali e si lamenta che siano garantite cure mediche che abbassano la probabilità che le loro vittime siano spinte al suicidio.

Nell'articolo leggiamo:

Jacopo Coghe, Vicepresidente dell’Associazione “Pro Vita & Famiglia“, assieme a diversi altri attivisti del mondo pro-life, si è recato a Ginevra, in Svizzera, per manifestare dinanzi alla sede dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il mantra dei pro-life è sempre lo stesso: “Nessuno nasce nel corpo sbagliato. No alle linee guida transgender dell’OMS“.

In altre parole, Jacopo Coghe die che lui ha deciso che le persone transgender non esistono. Lo pensavano anche i criminali nazisti. E così, dicono che loro non gradiscono che a Firenze si offrano cure ai minori perché loro vorrebbero che le persone transgender siano costretta s soffrire il più possibile:

Parlando con gli attivisti pro-life si capisce immediatamente ciò che preoccupa gli italiani: “Visto quello che sta accadendo in questi giorni con l’Ospedale Careggi di Firenze, proprio sulla transizione di genere per i bambini, siamo ancora più preoccupati per la possibile redazione di queste linee guida dell’OMS che nulla hanno a che fare con la salute dei nostri giovani, ma sono solo indicazioni intrise di ideologia“.
Parole forti che, però, obbligano ad una riflessione. E’ davvero necessario usare i bloccanti della pubertà per impedire che un bambino possa diventare un uomo o che una bambina possa diventare una donna? E’ davvero questo il compito della medicina?

Considerando che quelle cure garantiscono il benessere dei pazienti e diminuiscano la proponibilità che dei minori siano spinti al suicidio dall'odio delle organizzazioni di estrema destra, la risposta pare ovvia. Ma Roveda dice che Jacopo Coghe avrebbe raccolto le firme di 50mila transfobici a cui sta bene che quei bambini soffrano:

Jacopo Coghe, a nome di oltre 50mila persone, si rivolge al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dicendo: “Chiediamo al Governo Italiano, in qualità di membro dell’OMS, di intervenire sulla composizione di questo comitato e di bloccare la redazione delle linee guida. Ricordiamo infatti che oltre tre quarti dei cosiddetti “esperti” della Commissione sono attivisti transgender, ideologicamente orientati verso l’approccio affermativo e che spingono per la transizione ormonale dei bambini“.

Detto da omofobici orientati all'omofobia che sulla discriminazione basano il loro fatturato, fa quasi ridere,. ma Roveda assicura che anche i suoi lettori vogliono che ai bambini sia fatto del male:

Un appello che trova riscontro in tanti dei nostri lettori – che sono favorevoli alla libertà personale di ogni individuo – ma non alla forzatura ideologica che sta spingendo tanti, troppi, giovani a fare transizione di genere con una leggerezza che terrorizza.

Dopo aver parlato per tutto l'articolo di "bambinI",, finalmente Roveda ammette che quella è una menzogna che si è ideato Coghe:

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, in questi giorni, ha chiarito di “voler escludere da questo documento i minori” ma – secondo Jacopo Coghe – “il linguaggio resta ancora troppo vago, lasciando spazio a interpretazioni pericolose per l’accesso alle terapie di transizione, soprattutto per i giovani tra i 18 e i 25 anni“.

Roveda, Carollo e Coghe vogliono vietare il diritto di scelta anche ai maggiorenni?
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