Nicola Porro sta con chi picchia i ragazzini


Nell'Italia di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini, non pare esserci spazio per la libertà di espressione. Se Ghali parla dei bambini uccisi a Gaza, vien censurato. Se degli studenti manifestano per la Palestina, vengono manganellati. Se si protesta davanti ai cancelli della Rai, arrivano ancora i manganelli. Se i sindaci protestano contro l’autonomia differenziata, vengono bloccati. Se si dice "viva l'Italia antifascista" si viene identificati. Se si depone un fiore per Navalny, si viene nuovamente identificati. Se ci si esibisce in saluto romani, non c'è alcun problema.

Davanti al potaggio degli studenti di Pisa, anche il Presidente Mattarella è intervenuto e il suo duro comunicato si è schiuso con un giudizio netto: "L'autorevolezza delle Forze dell'Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento".

Ovviamente Nicola Porro cerca i difendere l'indifendibile, aizzando il suo pubblico ad attaccare il Presidente in virtù di come lui dica che fracassare nasi a manganellate sia un dovuta risposta a presunti insulti che lui sostiene sarebbero stati rivolti ai picchiatori:



Ovviamente Porro cerca di inventarsi che non far picchiare i dissidenti significherebbe avallare altri comportamenti. Evidentemente Porro ci vuole informare che lui sta con il poliziotto che rideva divertito mentre manganellava ragazzini 15enni:



Questo poliziotto è l'idea di stato che Porro vorrebbe imporci? E che dire delle reti controllate da Giorgia meloni, che davanti alle migliaia di persone scese in piazza a Pisa, cercando di sminuire la partecipazione parlando solo di "centinaia":



La questura, nota per stime mai generose, ha conteggiato almeno cinquemila persone. E intanto la presidente del consiglio che fa? A quanto pare, si esercita a fare le faccette:

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