Porro eleva Vannacci a "martire" del peculato e dell'istigazione all'odio


Le indagini per peculato e istigazione all'odio razziale hanno reso Vannacci l'idolo indiscusso delle destre. Perché se già piaceva un generale che cercava di fare soldi facili con un libro mal scritto intriso di odio verso gay, donne e stranieri, l'accusa di aver rubato pare avergli fatto guadagnare punti.
A spendersi in elogi è il solito Nicola Porro, il quale promette che il suo generale, sospeso dal ministro Crosetto, lancerà una controffensiva allo stato:



Nell'articolo pubblicato da Porro, tale Salvatore Di Bartolo dipinge il generale come una vittima, dicendo che sarebbe inaccettabile che chi è accusato di peculato e istigazione all'odio razziale possa essere «prima indagato, poi denunciato e ora persino sospeso».
Insomma, è una vergogna non l'abbiano messo in vigilanza Rai come hanno fatto con la Montaruli dopo la sua condanna definitiva per peculato.

L'articolo spiega così che è inaccettabile che al loro eroe venga chiesto il rispetto della legge dopo che personaggi come Porro hanno promosso un libro mal scritto in cui il generale insultava ogni minoranza:

Il motivo? Sempre lo stesso. Il contenuto omofobo, sessista e razzista del suo Il mondo al contrario, il libro che gli ha consentito di assurgere al centro della scena politica da assoluto protagonista, tanto da spingere gli addetti ai lavori a teorizzare persino la formazione di un partito tutto suo, ma che al contempo gli ha procurato (e continua a procurargli) parecchi guai. Dapprima un indagine a suo carico per istigazione all’odio razziale, poi una denuncia per diffamazione da parte della nota pallavolista Paola Egonu, e, dulcis in fundo, la sospensione disciplinare dall'impiego per undici mesi, con conseguente dimezzamento dello stipendio, per “lesione al principio di terzietà della Forza Armata”.
Senza contare, poi, le accuse di truffa e peculato mossegli dalla procura militare per la vicenda dei rimborsi indebitamente percepiti, relativi al periodo in cui Vannacci ricopriva l'incarico di addetto militare a Mosca.

Secondo il sito di Porro, il generale dovrebbe confidare nell'elettorato di estrema destra che gradisce il suo attacco ai valori della nostra Costituzione:

Ma attenzione: guai a sottovalutare Roberto Vannacci. Perché, paradossalmente, il generale potrebbe addirittura uscire politicamente rafforzato dalla situazione di assedio in cui adesso suo malgrado si trova. Le convinzioni ideologiche del militare sono infatti tuttora condivise da una parte (seppur minoritaria) dell'elettorato di centrodestra, che oggi si rivede più nelle posizioni di Vannacci che in quelle dei partiti di governo. E non sarà certo mediante il ricorso all'arma giudiziaria che gli accaniti sostenitori del generale smetteranno di essere tali.
Anzi, il contrario. Con ogni probabilità, dopo i ripetuti attacchi ai danni del loro beniamino (nel frattempo divenuto martire), i potenziali elettori del militare finiranno per compattarsi e supportare ancor più convintamente Roberto Vannacci nella corsa che lo condurrà dritto verso gli scranni dell'Europarlamento. Altro che farlo fuori.

Quindi sarebbe "martire" del peculato e "martire" dell'incitamento all'odio? Sono proprio certi che non sia il carnefice?
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