Maria Rachele Ruoi contro le donne


Considerando che la signora Maria Rachele Ruoi è liberissima di non abortire, non si capisce perché dica di sentirsi «fottuta» da chi vuole garantire alle altre donne il diritto di poter godere della sua medesima libertà di scelta al posto di essere costrette con la forza a fare quello che dice lei. E non meno curioso è anche il suo presunto interesse verso i feti a cui non fa seguito un medesimo interesse verso i bambini già nati che muoiono nel Mediterraneo.
Fatto sta che, con la solita violenza ideologica che contraddistingue la sua propaganda, la signora Ruoi arriva persino sostenere che dare alle donne il diritto di poter scegliere sarebbe un atto "contro le donne":



Sul sito della sua organizzazione forzanovista, la signora Ruoi pare negare l'evidenza dei fatti dicendo che tutte le donne vorrebbero essere madri e che lei può giurare che abortirebbero solo e soltanto perché in difficoltà economica:

Lo chiamano diritto delle donne, come se una donna volesse abortire e non abortisse invece quando non vede altre possibilità di sopravvivenza. Lo chiamano diritto delle donne e invece è il diritto della società ad abbandonare una donna e suo figlio quando in difficoltà; anzi, lo chiamano diritto delle donne e invece è il diritto di indicare come problema da eliminare i nostri figli anziché gli impedimenti che ci rendono difficile il tratto di vita che dobbiamo affrontare.

Stia serena la signora: nessuno vuole "eliminare" i suoi figli. E sinceramente lascia alquanto basiti che si inventi fantasie simili in un'evidente mistificazione. E non va meglio quando dice che lei esige che alle altre donne siano affidati bambini con gravi problemi di salute, come quei minori terminali inglesi che lei ha cercato di torturare chiedendo un atroce e sadico prolungamento delle loro sofferenze:

Invece che preoccuparsi, per esempio, delle difficoltà socio-economiche o della conciliazione tra famiglia lavoro, o con lo studio, invece di supportarci come mamma e papà, indicano nostro figlio come problema da eliminare, e questo lo chiamano diritto delle donne; lo chiamano diritto delle donne e invece è il diritto dello stato di indicare i nostri figli come non validi e scartabili, eliminabili, se hanno bisogno di più cure, se hanno la Sindrome di Down per esempio.

Con buona pace per la signora Ruoi, nessuno vieta di creare condizioni che possano supportare chi decide di affrontare percorsi difficili. Ma sostenere che bisognerebbe costringere a quei percorsi chi non se la sente di percorrerli è una violenza.
Interessante è come ne approfitti anche per sottolineare che lei vuole che i figli siano riservati a chi ha un padre maschio e una madre femmina, usando persino l'aborto per sostenere la sua campagna contro i figli delle famiglie omogenitoriali.
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