Porro incarica Del Papa di insultare Ilaria Salis


L'impressione è che Nicola Porro provi una certa eccitazione nel vedere una cittadina italiana che viene tenuta in catene da Orban senza che sia stata emessa alcuna sentenza. E così ha incaricato quel diffamatore seriale di Max Del Papa di insultarla:



Nell'articolo (se cosi di può definire quell'accozzaglia di insulti), Del Papa premette che lui non condivide la libertà di pensiero perché odia chi mon la pensa come i populisti:

Sottile è il confine che divide garantismo da complicità; e il garantismo va comunque meritato. Questa Ilaria Salis è una che invece non impara niente: “Io sono dalla parte giusta della storia, mi ispiro ai movimenti rivoluzionari e a Zerocalcare”. Allora resta dove stai, verrebbe da risponderle, d'istinto. La maestrina è una che è accusata di andare in Ungheria a legnare, insieme a una banda organizzata, gente sgradita in fama di neonazista: se lo ha fatto davvero, ha scelto il Paese sbagliato, senza valutare contesto e conseguenze.

Insomma: viva l'Ungheria perché patria dei nazisti. Poi dice che sarebbe «come se uno andasse sotto al Kremlino a sbraitare “Putin boia” e sperasse di cavarsela».
Peccato che in democrazia dovrebbe essere lecito eprimere critiche senza rischiare le catene.

Sempre preferendo gli insulti alle argomentazioni, prosegue:

Ora, il Pd situazionista e movimentista apparentemente diretto da una milionaria svizzera vuole candidare in Europa questa teppistoide da liceo, ma dall'altra parte del banco: la base del partito sarà anche d'accordo, la componente cattolica e magari bigotta storce il naso. [...] Martire questa sventata Salis, perché arriva in tribunale in catene? No, spiacente, non è abbastanza. Garantismo vuol dire togliere quelle catene, tutto quello che c'è in aggiunta è complicità. La nostra Ibarruri di Sardegna pretende arresti domiciliari, cioè casa, e magari un futuro radioso da politica europea a 30mila euro al mese: scusasse, per quali meriti?

A dirlo è chi vuole dare una poltrona a 30mila euro mensili a Vannacci. Si passa così alle parolacce:

Ilaria Salis nella sua presunzione visionaria, infantile, sta sui coglioni, questa la verità. Ci sta alla maniera dei compagni che meno sanno, meno intendono, e più si atteggiano. E ci sta un Pd massimalista e situazionista che vuole premiarla.

In realtà è la destra che vuole premiare Cannacci per il suo proporsi razzista, misogino e omofobo. E sempre dicendo che loro non vogliono antifascisti e nemici della mafia che tutto diventa pretesto per insultare il Pd:

La sua campagna acquisti per le Europee ha del demenziale e del vergognoso: Roberto Saviano, qualche giornalista cattocomunista, qualche amica di salotto snobbetto, come la incomprensibile Chiara Valerio, dulcis in fundo una maestrina da centro sociale che non ha l'umiltà di riconoscere che la rivoluzione, o meglio la ricreazione, a un certo punto finisce, si cresce, si cambia. “Io mi ispiro a Zerocalcare” e, si direbbe, alla cara, vecchia, compianta Barbara Balzerani, esaltata da un'altra insegnante in fregola. Come puoi sperare allora che dall'Ungheria ti tolgano le catene per procurarti un alloggio?
Come puoi aspettarti che perfino in Italia i più non ti mandino a dire “allora resta dove stai, cara”, col tuo sorrisino saccente e straziante, di una Peter Pan che si considera dalla parte giusta della storia, senza capire che quella storia è finita, non esiste, non c'è mai stata?

Ovviamente Max Del Papa non ricorda che la cittadina italiana viene detenuta da decine di mesi senza alcuna condanna e che potrebbe essere estranea ai fatti per cui lui la accusa di offesa ai nazisti.
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