L'evangelico Carollo accusa di "antisemitismo" i compagni di scuola di sui figlio


Il pastore evangelico Luigi Carollo appare davvero estenuante nel suo vittimismo. Dopo aver attaccato i figli di numerose famiglie col suo sostenere che i loro figli gay sarebbero «opera di Satana», dice che la sua famiglia sarebbe «sotto attacco» perché dei ragazzini avrebbero scritto un insulto omofobo sui muri.
Ovviamente il pastore non pare comprendere che aggiungere la parola «gay» ad un nome, come se lo si ritenesse insulto, è il chiaro risultato della sua propaganda omofoba. Lui preferisce sostenere che la sua famiglia si sentirebbe offesa da chi osa pensare che suo figlio non abbia l'orientamento sessuale che lui esige debba avere per piacere a Vannacci. E così, inizia a dire che quello scritto sul nome sicuramente il nome del suo figlioletto e che i suoi compagni andrebbero in un qualche modo disprezzati perché con nomi di origine islamica.
Ben più grave è che accusi quei bambini di "antisemitismo" perché a lui non sta bene posano criticare l'uso di bombe al fosforo bianco o l'uccisione di civili da parte degli israeliani. Peccato che sia evidente che quelle critiche non abbiano legami con la religione e cercare di usare Dio per giustificare crimini contro l'umanità appare di una bassezza a dir poco sconcertante. E sconcertante pare anche il fatto che il pastore tenti di sostenere sostenga che il suo quotidiano attacco ai gay sarebbe una fantomatica "difesa della fede" e che lui si sentirebbe "rispettoso" di quelle persone che insulta e diffama ogni giorno:



Se l'auspicio è che i genitori dei compagni di suo figlio possano querelarlo per diffamazione aggravata, dato che il suo asserire che i loro figli sarebbero "antisemiti" è palesemente inaccettabile, ad apparire opinabile è anche l'atteggiamento di un adulto che si atteggia come un bullo verso dei ragazzini.
E dato che la parola "gay" parrebbe essere stata aggiunta ad un nome che risulta scritto con un'altra calligrafia, il pastore potrebbe spiegarci chi avrebbe vandalizzato i muri col nome di suo figlio? E perché lui sostiene che quella frase sarebbe offensiva mentre poi dispensa cuoricini a quei suoi proseliti che sulla sua pagina id promozione omofoba scrivono insulti veri nei confronti dei gay?

La dinamica della presunta scritta non pare chiara, dato che il pastore modenese sostiene che qualcuno avrebbe detto a suo figlio di cercarla per la città e sua moglie avrebbe trascorso due anni di vita a cercarla:



Mentre Carollo inveisce contro chi ha nomi non cattolici e si lancia nel lanciare scomposte accuse di "antisemitismo" verso dei bambini, un'altra su proselita sostiene che il male si racchiuderebbe in chi scrive «gay» vicino ad un nome anziché ad un insulto:



Ma che c'entra Dio e l'apocalisse con una scritta sui muri? E perché ne fanno una tragedia per poi tacere quando sui muri trovano insulti ai gay?
Non pare andare meglio con un'altra discepola di Carollo, la quale ottiene i cuoricini del pastore dicendo che sicuramente sarà stato un immigrato perché secondo loro lei non esisterebbe un solo italiano che scriverebbe sui muri ed avrebbe ragione Salvini a dire bisognerebbe deportarli tutti:





Visto che il razzismo è stato prontamente elogiato dal pastore, la sua proselita ottiene nuovi cuoricini sostenendo che i migranti sarebbero "animali" e che i genitori di tutti i bambini sarebbero merde. Un fato per cui ci auguriamo che la preside dell'istituto possa sporgere querela nei confronti del signor Carollo:





Carollo si vantò di aver denunciato chi ha criticato la sua famiglia quando usò sua figlia per veicolare violenti messaggi a sostegno dei reati d'odio. Eppure, senza prove e argomentazioni vere, elogi insulti dall'evidente rilevanza penale alla faccia di un Gesù che invitava a non fare agli altri ciò che non si vuole sia fatto a sé stessi.

A fronte di persone che usano una retorica basata sul sostenere che loro odierebbero i figli gay degli altri per "difendere" i bambini da una sana educazione al rispetto, una domanda ci verrebbe spontanea. È nell'interesse di suo figlio che lui ha pubblicato quella fotografia sui social o è a vantaggio suo che ha usato il figlio per cercare visibilità?
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