Porro insulta pure Vasco in ode alla sua Meloni


Nicola Porro sostiene che il suo Max Del Papa si "cucinerebbe" chiunque dissenta dell'ideologie delle destre. Peccato che con quel termine indichi le offese e gli insulti gratuiti di raro squallore con cui il suo dipendente sopperisce a una totale assenza di argomentazioni.

Oggi cerca di diffamare Vasco Rossi, definendolo «poppettino poi diventato popstar per abili ingegni pubblicitari».



Nel cosiddetto "articolo", il diffamatore di Porro accusa Sala di non essere razzista e confonde la Palestina con Hamas:

Da alcuni decenni Bla Bla Blasco campa di rendita sul vecchio medagliere e forse è per questo che, per vendere i suoi concerti milanesi a San Siro, ha deliziato il primus inter islamici Sala che lo insigniva delle chiavi cittadine farfugliando a proposito della Meloni di cui scorge, sostiene il nostro politologo, lo spirito guerrier diciannovista, i fondamenti costituzionali, democratici a rischio, nientemeno. “Con la Meloni si va verso l'autoritarismo, siamo agli anni Venti, libertà derise e sono molto preoccupato”. Più spericolata l'analisi politica che l'elan vital.
Sono le cose che piace di sentire ai sindaci che si ritrovano la bandiera dei Fratelli Musulmani, di Hamas, addosso al Duomo e fingono di consternarsene.

Del Papa inizia così a insultare chi non è razzista, assicurando che i migranti sarebbero brutte persone:

Perché nel frattempo le cose si sono ribaltate, oggi se mai sono i bambini dell'asilo, fino agli universitari pro Hamas, che bruciano gli insegnanti, a mezzo clan famigliari ma pure da soli, gli sparano addosso, li bastonano, li accoltellano, cercano di tirarli sotto con la motoretta o il monopattino green. Blasco non lo sa?

Ovviamente diffama Vasco perché critico verso la loro Meloni, la quae voleva il lock-down ma lui sostiene fosse paladina dei no-vax:

La Meloni sarebbe, se capiamo bene la maestra allegorica che brucia i virgulti dell'opposizione democratica? Sul serio? Non era preoccupato però Bla Bla Blasco quando, sotto l'occhio glacialmente benevolo del Capo della Repubblica, “non si invochi la libertà per non vaccinarsi”, i predecessori Conte e Draghi imprigionavano tutti, ricattavano, mentivano, imponevano la vaccinazione di massa che non immunizzava ma minava come successivamente ammesso da chi la fabbricava e insomma importavano le prescrizioni totalitarie del liberalismo autoritario americano come del capitalismo comunista cinese che Fauci, Stranamore di Biden, si era “inventato sapendo che non avevano senso ma qualcosa dovevo fare, dovevo alzare il polverone perché se la gente la terrorizzi la smette con le stronzate e ubbidiscono tutti come cani”.

In realtà si è sempre detto che i vaccini non immunizzavano ma diminuivano la probabilità di conseguenze sane. Il fatto che loro non lo abbiano capito non pare motivo sufficiente a insultare gli altri.
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