Genova, la sindaca Salis registra 11 bambini con due mamme

Mentre Rossano Sasso promette divieti all'educazione sessuale e norme contro la fantomatica "Ideologia gender", nella Genova di Silvia Salis si è proceduto alla registrazione all'anagrafe di 11 bambini con due mamme.
Lo ha potuto fare grazie alla sentenza della Corte costituzionale in cui è stato sancito che il tentativo delle destre di impedire il riconoscimento della madre intenzionale rappresenta una chiara violazione al diritto fondamentale del bambino o della bambina ad una chiara identità giuridica, alla stabilità familiare e alla piena tutela da parte di entrambe le figure genitoriali.
"Oggi a Genova abbiamo scritto una pagina di storia, di diritti, di civiltà -ha scritto la sindaca sui social- Per la prima volta nella nostra città, due madri sono state registrate all’anagrafe comunale come genitrici di una bambina. È un atto che pone fine a una contraddizione giuridica e umana: finora, la legge riconosceva solo la madre biologica. Oggi, finalmente, si riconosce la famiglia per ciò che è. Non è solo una formalità amministrativa, è un atto di giustizia. È lo Stato che si ricorda di essere laico, moderno, giusto".
"Genova è tra le prime grandi città italiane ad applicare la sentenza n.68 della Corte Costituzionale che sancisce il diritto di ogni bambina e ogni bambino a essere riconosciuto. Lo abbiamo fatto con senso di responsabilità, perché ogni famiglia ha diritto di esistere, perché i diritti non possono essere selettivi. A quei pochi, per fortuna, che hanno storto il naso, rispondo che famiglia è dove si cresce insieme, dove si educa, dove si ama. Non esistono bambini di serie A e serie B. Dobbiamo avere la consapevolezza di vivere in uno Stato laico: la laicità non è una minaccia alla religione. È il suo presupposto. Da donna, da madre, mi impegno affinché tutte le donne possano decidere del proprio corpo, della propria vita e della propria famiglia. Non pretenderò mai che la mia fede diventi un obbligo per chi crede in altro, o non crede. Da oggi, a Genova si rispettano i diritti".