La Scottish Tartans Authority invita all'uso di biancheria intima sotto al kilt, ma la proposta non piace a tutti


La tradizione è sempre stata molto chiara su questo punto: il kilt, il tradizionale gonnellino scozzese, deve essere portato senza indossare biancheria intima. Una consuetudine che in più occasioni non ha mancato di causare imbarazzanti incidenti, ma che ciò nonostante è rimasta viva negli anni.
La Scottish Tartans Authority -l'organizzazione che si occupa della promozione del particolare disegno dei tessuti in lana delle Highland scozzes- pare intenzionata a fermare questa tradizione. Da loro, infatti, è arrivato l'invito a tutti gli scozzesi ad indossare un paio di mutande sotto i loro kilt, sostenendo che si tratti di una consuetudine infantile e legata a problemi di decenza e di igiene.
Secondo il direttore dell'organizzazione, Brian Wilton, «l'idea che non si sia un vero scozzese meno che non si rimanga nudi sotto il kilt dovrebbe essere gettata nel cestino della carta straccia come l'idea che non si sia un vero scozzese a meno che non si metta il sale sulla minestra».
Una presa di posizione che pare non sia piaciuta a molti, al punto da suscitare un gran numero di reazioni in tutta la regione: da un lato c'è il concetto puritano di indecenza che è facilmente impugnabile per la sua soggettività, dall'altro un'accusa di mancanza di igiene che è stato contestata da chi sostiene che il passaggio d'aria abbia un effetto esattamente contrario. Ma in realtà, quel che maggiormente unisce il coro di voci contrarie, è la voglia di tenere in vita una tradizione che in fin dei conti è abbastanza innocente.
A difesa nel nudo sotto al kilt è sceso anche David Coulthard, l'ex pilota di Formula 1, che ha dichiarato: «I kilt arrivano dal passato, così come la tradizione di non indossarci sotto biancheria intima. Sono orgoglioso di essere un vero essere scozzese. Quella è una tradizione che dovrebbe essere lasciata tale».
Ian Chisholm, un portavoce del Scottish Kilt Makers' Association, ha inoltre sottolineato come la tradizione abbia origini non casuali, ma legate ad una esplicita clausola del regolamento militare scozzese.
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