A rischio il turismo gay in Italia per colpa di albergatori troppo omofobi


Hotel e tour operator di mezzo mondo fanno una corte spietata al turismo gay. Il motivo non è una qualche lotta sociale, ma il semplice fatto che statisticamente le coppie omosessuali spendono di più.
Eppure l'Italia pare in controtendenza. Neppure la crisi ha convinto gli operatori del settore a farsi furbi (oltre che più civili) e a mettere da parte la propria omofobia.
Una ricerca condotta da Hrs.com (Hotel Reservation Service) ha evidenziato come, ad esempio, durante l'Europride di Roma solo il 12% degli oltre 600 alberghi partner della capitale avesse incluso la frase "hotel per gay e lesbiche" fra le sue caratteristiche. Naturalmente se si trattasse solo di una mancata dicitura il problema non sussisterebbe, ma è Arcigay a sottolineare come siano numerose le segnalazioni da loro ricevute riguardo a situazioni spiacevoli o imbarazzanti registrate nelle strutture alberghiere italiane. Uno tra i più classici esempi è la prenotazione di camere matrimoniali che vengono convertite in camere doppie quando il personale si trova davanti due uomini (costringendo, così, a dover dare delle spiegazioni del perché si vuole dormire assieme).
Sempre secondo i dati di Hrs.com, Roma ha un altro poco gratificante primato: è risultata la città europea con gli albergatori più omofobi. Una situazione che, unita altri fatti di cronaca e politica legati al mondo lgbt, rischia di avere ripercussioni sul numero di prenotazioni e sugli introiti del settore (il giro di affari legato al turismo omosessuale internazionale è stimato intorno ai 3,2 miliardi di euro).
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