Iran: quattro gay condannati a morte


Essere condannati a morte per il proprio orientamento sessuale. È intollerabile, ma ancor oggi ci sono Paesi in cui ciò accade. L'Iran è uno di questi.
Secondo quanto riportato dal sito dell'Hrana (Human Rights Activists News Agency), la Corte Suprema iraniana ha confermato le condanne a morte emesse nei confronti di quattro persone, considerate ree di aver praticato rapporti omosessuali. un verdetto di colpevolezza nei confronti dei quattro (Sahadat Arefi, Javid Akbari, Hushmand Akbari e di Vahid Akbari) era stato emesse alcuni mesi fa dal Tribunale della regione Kohgiluyeh e Buyer Ahmad, nel sud-ovest dell'Iran.
Secondo il codice penale islamico sciita, in vigore in Iran, i rapporti omosessuali e l'adulterio sono puniti con pene specifiche che includono l'impiccagione e la lapidazione, così come previsto dalla sharia (secondo l'esser gay è in violazione con la legge di Allah e per questo deve essere punito con la morte).
L'esecuzione potrebbe aver luogo già nei prossimi giorni. Secondo le stime, nel Paese sono state diverse decine le impiccagioni di uomini gay nell'ultimo decennio.
Paolo Patanè, presidente nazionale di Arcigay, ha lanciato un appello rivolto al nostro Governo, al Ministero degli Esteri e a tutte le Istituzioni europee e alle organizzazioni internazionali, religiose e umanitarie perché intervengano in ogni modo possibile per salvare la vita dei quattro ragazzi. «Credo che l'opinione pubblica non voglia voltare lo sguardo da un'altra parte -ha dichiarato- nessuno può farlo, di fronte alla sorte di quattro ragazzi condannati a essere impiccati per la loro identità. Non si può dover pagare con la vita la propria natura».
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