Pontifex.Roma e Don Pietro: Femminicidio? Tutta colpa delle donne che provocano


Il sito cattolico Pontifex.Roma pare tristemente in grado di passare dall'omofobia alla misoginia come se nulla fosse. Dopo gli innumerevoli attacchi all'omosessualità, questa volta ha pensato bene di puntare il dito contro le donne, affermando che il femminicidio sia tutta colpa loro (e chissà se questa tesi è in un qualche modo collegata alle voci circolate qualche tempo fa -mai smentite né confermate- circa il possibile arresto per stalking del loro direttore, magari alla ricerca di un'auto-assoluzione per il proprio atteggiamento).
Nel l'articolo si legge, testualmente: «Femminicidio: le donne facciano autocritica, quante volte provocano?» o, ancora: «Possibile che in un sol colpo siano impazziti tutti?» «cadono nell'arroganza e si sentono indipendenti» o, ancora: «Donne e ragazze in abiti succinti provocano gli istinti, facciano un sano esame di coscienza: forse ce lo siamo andato a cercare».
Insomma, un vero e proprio delirio. Ma la notizia e l'unanime condanna è iniziata a circolare sui media nazionali dopo che Don Pietro, parroco di San Terenzo nel comune di Lerici (La Spezia), ha stampato quell'articolo e lo ha affisso sulla bacheca della sua chiesa.
Le prime proteste lo hanno poi convinto a togliere il foglio, ma non lo hanno trattenuto dal rilanciare la tesi durante la sua omelia e nel corso di un'intervista al Gr1, durante la quale ha affermato: «Quando lei vede una donna nuda, quali sentimenti prova? Quali reazioni? Non se è un fr*cio anche lei o meno... cosa prova quando vede una donna nuda? Non è violenza da parte di una donna mostrarsi in quel modo lì?».
Insulto omofobo a parte (d'altra parte che ci si può aspettare da un lettore di Pontifex.Roma?), è assurdo pensare che a quella persona sia stata affidata una comunità, anche considerato che questa non è la prima volta che il religioso si lancia in simili iniziative: ad inizio ottobre aveva esposto in chiesa le vignette anti-islamiche all'origine delle reazioni musulmane in tutto il mondo, mentre qualche mese prima si era reso protagonista di un furibondo corpo a corpo con un clochard che chiedeva l'elemosina.
Dal canto suo Pontifex.Roma ha già espresso nei giorni scorsi il suo appoggio al parroco con un articolo del direttore Bruno Volpe: «Finalmente un parroco che parla chiaro -si legge- che non si tira indietro, che non nega le sue responsabilità. Parliamo di Don Piero Corsi, parroco a Lerici, vicino Genova. Sul trito tema del femminicidio (una assurda leggenda nera messa in giro da femministe senza scrupoli) il Parroco si chiede in un messaggio affisso alla bacheca della chiesa: "è colpa della donna che provoca con abiti succinti. Le donne facciano autocritica, quante volte provocano, cadono nell'arroganza e si sentono indipendenti? Se lo sono andate a cercare"».
Con che coraggio Bruno Volpe può dire a migliaia di vittime di abusi e maltrattamenti che il femminicidio sia una assurda leggenda nera messa in giro da femministe senza scrupoli?
Ma il delirio non finisce qui. Dopo le polemiche, il sito è accorso in aiuto dell'amico misogino con un articolo firmato da Carlo Di Pietro: «Un sacerdote ha fatto quello che fanno in tanti: stampare articoli, interviste, editoriali o documenti tratti da Pontifex.Roma, ed apporli in bacheca in Chiesa. Questo innocente gesto ha dato inizio ad una sorta di "crociata dei pezzenti" messa in piedi da alcuni arroganti tuttologi dell'informazione. [...] Orbene, è mai possibile che quando si parla di fede, morale, liturgia e disciplina (cattolica) tutti si elevino a "professori" e tutti dicano la loro? Questo atteggiamento è da reprobi ed è da irresponsabili, oltre ad essere gravemente offensivo nei riguardi di Dio».
Insomma, a loro parere non bisognerebbe mettere becco in una propaganda d'odio in cui i ruoli di vittima e carnefice vengono invertite. Peccato che non si capisca che ha a che fare la misoginia con la disciplina (cattolica), così come è da sottolineare che gli istinti possono essere tranquillamente domati, ma è proprio giustificandoli che li si incita.
Duro il commento di Rosa Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente di Telefono Rosa, che ha affermato: «Noi di Telefono Rosa riteniamo che questo messaggio sia una vera e propria istigazione a un comportamento violento nei confronti delle donne perché si offre una inaudita motivazione ad atti criminali contro di esse. Chiediamo che sia lo stesso Presidente del Consiglio Mario Monti, che proprio ieri nel suo discorso ha parlato della necessità di una nuova rappresentazione delle donne intervenga attraverso i ministri competenti. Ma la richiesta è diretta anche a Papa Benedetto XVI e al vescovo della Spezia. In Italia, che è il Paese con il maggior numero di femminicidi d'Europa e ha un altissimo numero di violenze consumate all'interno delle mura domestiche, un episodio come questo non è più tollerabile».
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