La macchina del fango ha la meglio: Alessio De Giorgi ritira la propria candidatura al Senato


Pochi giorni fa Alessio De Giorgi aveva definiva «storica» la decisione di una formazione politica di centro decida di candidare un omosessuale dichiarato. Oggi, però, lo rivotiamo costretto a fare un passo indietro e ad abbandonare la Lista Monti.
Il tutto grazie ai violenti attacchi che la macchina del fango berlusconiana gli ha riservato, prendendo di mira sia il suo orientamento sessuale che le sue attività. Editore di Gay.it ed uno dei fondatori del Mammamia, dev'essere apparso come un prelibato bocconcini per Belpietro e Sallusti, pronti a sbattere in prima pagina le sue foto in compagnia di drag queen o ad ingigantire i suoi legami con siti di escort (ma non le belle escort che ruotavano attorno alle eleganti cene di Arcore: qui i presunti escort sono gay, quindi di roba brutta! ndr). ma non solo. In più occasioni Libero e Il Giornale hanno pensato di parlare di lui senza citare il suo nome, limitandosi ad apostrofarlo come «il gay». Una sineddoche buttata lì, magari giusto per far leva sui sentimenti dei loro elettori più omofobi o di chi si lascia più condizionare dall'orientamento sessuale di una persona che dalle sue idee.
Insomma, che si condivida o meno il suo pensiero o che si appoggi o meno la parte politica da lui scelta, sembra abbastanza evidente che tanto sensazionalismo e decontestualizzazione si spieghino solo con fini elettorali e denigratori.
Inevitabile l'epilogo: la rinuncia alla propria candidatura al Senato per cercare di arginare la campagna che ha investito lui e Monti, forse anche nel tentativo di fornire elementi con cui convincere l'elettorato cattolico a non seguire le indicazioni dei vescovi (per l'appunto, a favore del professore anziché del Pdl).


Di seguito la lettera con cui De Giorgi spiega i motivi della sua rinuncia:

Vengo con questa mia a comunicare la decisione sofferta di voler rinunciare alla candidatura al Senato della Repubblica nella lista unitaria "Con Monti per l'Italia" in Toscana. Una decisione, questa, presa non senza molte difficoltà di coscienza, vista la denigratoria campagna mediatica portata avanti in questi giorni ai miei danni soprattutto da Libero e da altri giornali ed emittenti. Una campagna che ha voluto denunciare, spacciandoli per reati, attività assolutamente lecite svolte dalle società di cui ero prima amministratore avendo dato le dimissioni proprio a causa del mio impegno in campagna elettorale ed adesso socio al 20,4%: attività di cui non mi vergogno minimamente, tant'è che non ho avuto problemi e/o imbarazzi a parlarne e a "giustificare" quelle che per un imprenditore quale sono altro non sono che fonti di reddito per sé ed i suoi soci. Se peraltro ho deciso ieri pomeriggio di oscurarli, l'ho fatto non certo per autocensura o perché voglia vergognarmi di scelte prese molti anni fa, ma per evitare che tali scelte potessero essere ulteriormente strumentalizzate. Nei giorni precedenti, peraltro, la mia persona era stata oggetto del medesimo disegno diffamatorio, prendendo a pretesto alcune foto che mi ritraevano insieme a drag queen all'interno di alcune discoteche gestite da società di cui sono socio e in pose ed espressioni che non riesco a capire come possano essere oggetto di critica in base ad una presunta morale comune. Inoltre è stata ricordata una inchiesta giudiziaria che vede coinvolta la società che gestisce il locale Mamamia di Torre del Lago, di cui sono socio, che mi vede indagato per reati che non rientrano minimamente nelle fattispecie previste dal D. Lgs. 235 del 2012 né che rendono incompatibile la mia candidatura all'interno della lista, regolata da un codice etico ben più restrittivo del succitato decreto. Infine, vergognosamente si è utilizzata una vicenda di cui sempre la società del Mamamia è stata vittima anni fa, a causa di un hackeraggio da parte di ignoti che sul forum del suo sito internet avevano postato materiale pedopornografico con una palese nostra estraneità al tutto.
Credo di essere stato vittima di un tritacarne vero e proprio, che ha cercato ed è riuscito a scandagliare in profondità ogni mia attività imprenditoriale, con una intensità inaudita e non applicata a nessun altro candidato della prossima competizione elettorale. Il disegno è evidentemente stato messo in atto per mettere in difficoltà il Senatore Monti e la sua lista, tentando di mettere in evidenza presunte contraddizioni, in base ad un non meglio specificato senso comune, sia all'interno della lista Scelta Civica sia all'interno della coalizione, attuata forse per coprire mediaticamente ben altre contraddizioni in liste vicine ai giornali che hanno portato avanti questa campagna. Una operazione questa che ha puntato i riflettori sulla mia persona ed ha spostato completamente l'attenzione sia da una costruttiva campagna elettorale incentrata sui reali bisogni di questo paese che –permettetemi– sono ben altri, sia da una discussione serena e non ideologica sui temi dei diritti a me così cari e proprio in nome dei quali è stata chiesta la mia candidatura. Peraltro, lungi da me far sì che questa campagna sessuofobica danneggi la comunità LGBT alla quale sono orgoglioso di appartenere ed i cui temi importantissimi da porre all'ordine del giorno dell'agenda politica di questo paese non possono e non devono essere messi in secondo piano od offuscati da questa discussione.
Credo che questo paese, in questo modo, stia rischiando di perdere la concreta possibilità di trovare una sintesi su questi temi ma proprio per il senso di rispetto e pertanto di dovere che devo al Senatore Monti, agli amici che mi hanno affiancato e sostenuto in questa seppur breve campagna elettorale ma soprattutto a quelle persone che in Toscana avrebbero votato la lista Monti consci di potermi vedere a Palazzo Madama e quindi consapevoli del mio operato, per questo senso di rispetto io faccio formalmente un passo indietro.
Continuerò comunque a lottare perché un giorno una candidatura come la mia, con la mia storia imprenditoriale, possa avere diritto di cittadinanza, insieme ai temi che avrei portato in Parlamento. Le persone cui stanno a cuore i diritti formali e sostanziali, di destra e di sinistra che siano, credo che oggi debbano porsi qualche domanda seria sul diritto di qualunque cittadino italiano ad essere eletto in Parlamento senza essere sottoposto a questa gogna mediatica.
Ringrazio infine tutti coloro che mi hanno dato questa straordinaria opportunità e, tramite la mia candidatura, alla comunità LGBT italiana di cui sono parte ed annuncio che continuerò a sentirmi impegnato nella campagna elettorale delle liste che fanno riferimento al senatore Monti.

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