Facebook riconosce i gay ancor prima del coming out


Matt (nome di fantasia) è un ragazzo gay statunitense che non ha ancora fatto coming out. Un bel giorno ha utilizzato la messaggistica privata di Facebook per chiedere un consiglio ad un amico su come compiere quel passo e, con sua grande sorpresa, all'indomani si è ritrovato sulla propria bacheca un bel messaggio promozionale di un tipo che si proponeva (a pagamento) di aiutarlo a fare coming out.
Di fronte allo sconcerto nello scoprire che il social network conoscesse il suo orientamento sessuale ancor prima che lui lo rivelasse ad altri, il ragazzo ha denunciato quanto accaduto in una mail inviata al sito BuzzFeed:

Come molte persone lgbt sanno, il segreto più accuratamente custodito è la sessualità. Qualche notte fa ho mandato un messaggio a un mio amico chiedendogli consiglio su come fare coming out. Il giorno dopo mi sono svegliato con un "suggerimento", ovvero uno spot selezionato sulla mia pagina Facebook: "Coming out? Bisogno di aiuto?" Mi sono chiesto: come faceva Facebook a sapere che quella pubblicità poteva fare al caso mio?

Se da tempo Facebook è accusato di leggere i messaggi privati dei propri utenti, dal canto suo Matt aveva lasciato anche altre tracce: un "mi piace" sulla pagina di un locale gay friendly e due commenti a favore del matrimonio gay. Indizi evidentemente raccolti ed utilizzati per capire i suoi gusti e le sue preferenze.
Ancora una volta, dunque, emerge il tema della privacy e di come i vari servizi Internet possano analizzare le nostre ricerche, i nostri messaggi o le nostre azioni per trarne elementi uliti per delineare un profilo ben preciso. Informazioni che -inutile a dirsi- spesso vengono poi utilizzate per campagne promozionali sempre più mirate, dove il committente è in grado di sapere anche ciò che noi non gli abbiamo voluto dire.
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