Usa: niente comunione a chi è favorevole alle nozze gay


Negli Stati Uniti è sempre più di attualità la discussione sui matrimoni gay, soprattutto in vista dell'atteso pronunciamento della Corte Suprema degli Stati Uniti in merito alla costituzionalità della norma californiana che vieta le nozze fra persone dello stesso sesso.
Ed è così che Allen Vigneron, arcivescovo di Detroit, ha raccolto un manipolo di religiosi per lanciare la propria controffensiva, proponendo di negare la comunione a chi appoggia (anche in cuor suo) la legalizzazione civile dei matrimoni gay.
«Se un cattolico riceve la comunione -ha dichiarato- e allo stesso tempo nega la rivelazione che Cristo ha affidato alla Chiesa entra in contraddizione: crede che la Chiesa offre la verità salvatrice di Gesù ma respinge quel che la Chiesa insegna. È una vergogna che equivale allo spergiuro».
La punizione ideata del religioso contro chi vuole esercitare il proprio libero arbitrio non è una novità: in precedenza anche Edward Peters, consulente giuridico vaticano e professore di diritto canonico, sostenne la necessità di negare la comunione a chi avesse una mentalità troppo gay-friendly. In quel caso fece anche i nomi, additando come passibili di tale pena l'ex speaker della Camera Nancy Pelosi e il governatore di New York Andrew Cuomo.
L'ipotesi è stata fortemente criticata da Michael Sean Winters (un esperto di rapporti tra Chiesa e politica) che dalle pagine del National Catholic Reporter fa notare: «Il vero problema non sono le nozze gay ma il divorzio. Gay e lesbiche sono al massimo il cinque per cento della popolazione mentre il 50% dei matrimoni tra eterosessuali finiscono in divorzi, ma non ho mai sentito un vescovo negare la Comunione a chi è favorevole al divorzio, e lo stesso vale per un giudice o per un avvocato che aiuta clienti a divorziare».
Statisticamente il 50% dei cattolici statunitensi è favorevole alla legalizzazione dei matrimoni gay.
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