Bagnasco: «No a populismo e austerità». Poi attacca le nozze gay


«Pensare alla gente: questa è l'unica cosa seria. Pensarci con grandissimo senso di responsabilità, senza populismi inconcludenti e dannosi, mettendo sul tavolo ognuno le migliori risorse di intelletto, di competenza e di cuore. Allora insieme è possibile».
È così che il Cardinal Bagnasco ha lanciato il proprio appello al mondo della politica in occasione dell'assemblea generale della Cei. Ma poi, come un disco rotto, ha precisato che il suo «pensare alla gente» non era certo rivolto alle minoranze sessuali.
Il religioso ha così aggiunto al proprio appello anche il suo personale un monito sull'importanza di una famiglia basata esclusivamente sull'unione di un uomo e di una donna: «È un bene universale e demolirla è un crimine; affonda le sue radici nell'essere dell'uomo e della donna, e i figli sono soggetto di diritto da cui nessuno può prescindere. La famiglia non può essere umiliata e indebolita da rappresentazioni similari che in modo felpato costituiscono un vulnus progressivo alla sua specifica identità, e che non sono necessarie per tutelare diritti individuali in larga misura già garantiti dall'ordinamento. Il grave problema demografico quando sarà preso in seria considerazione senza rimandi o depistaggi che nulla hanno a che fare con le urgenze reali?».
Insomma, perché chiedere parità di diritti se la legge già concede più di quanto dovuto (ossia, pochi diritti e manco uno staccio di legge contro l'omofobia) alle coppie omosessuali? E, soprattutto, perché non concentrare tutte le forze in un aumento demografico nonostante le risorse natali siano agli sgoccioli, non si siano particolari prospettive di futuro per le nuove generazioni e gli orfanotrofi sono ricolmi di bambini che forse non vedranno mai l'amore di una famiglia (neppure di quelle che lui definisce «surrogate»)?
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