L'elogio dell'omofobia


Il cattolicissimo Tempi.it è sempre più impegnato nella sua propaganda contro ogni forma di riconoscimento dei matrimoni gay. Nelle ultime ore se n'è uscito con un articolo intitolato «La legge francese vieterà a chiunque di opporsi al matrimonio gay su internet». La modalità con cui l'argomento viene trattato è ormai un loro classico: basta cambiare qualche parole, rigirare un po' i fatti e presupporre che l'omofobia sia una cosa buona e giusta e che l'odio verso le minoranze sessuali sia un valore da difendere (anche perché, a loro dire, la legge è stata voluta solo da Hollande, i gay non vogliono sposarsi e il voto non è democratico perché diverso dal loro desiderata).
Ma a far riflettere non è tanto l'articolo di un giornale che sta cercando popolarità grazie ad una campagna omofoba, ma la reazione che questi messaggi generano nei suoi lettori.
Forse senza accorgersi che i diritti altrui non sono una privazione per sé stessi, Andrea chiede «Quando verrà dichiarata illegale l'eterosessualità?» mentre Beppe (con un messaggio validato e pubblicato dalla redazione) suggerisce che il messaggio cristiano venga sintetizzato con il titolo «W la f…a!» a caratteri cubitali sulla copertina della rivista. Piero si lamenta che «un mio amico non si può sposare con il suo gatto» e Franceschiello ipotizza l'istituzione del «matrimonio delle gattare con i loro gatti», entrambi scegliendo di equiparare i rapporti tra due persone dello stesso sesso a quelli con bestie. E se tutti paiono fieri di dichiararsi omofobi, in molti suggeriscono di coalizzarsi e di riempire internet di messaggi omofobi (gran bell'idea... molto intelligente, ndr).
Non manca chi si dichiara gay ma precisa che «dei matrimoni non me ne frega assolutamente nulla» (ammesso che lo sia davvero, non è che tutto ciò che non ci interessa in prima persona non debba interessare a nessuno, ndr) e chi arriva a sostenere che i bambini possano crescere meglio negli orfanotrofi che con l'amore di due genitori dello stesso sesso: «Nelle case famiglie c'è tanto amore. Nelle famiglie omosessuali c'è menzogna, ed i bambini crescono malati, e se si salvano dal suicidio è per finire in guai peggiori» dice Michela, poi aggiungendo che la sua tesi è attestata da «una marea di ricerche e di testimonianze».
Qualcuno va anche fuori tema e plaude alla scelta di Putin di introdurre leggi anti-gay: «In Russia le lobbies gay entravano nelle scuole con immagini di sodomia e mostravano ai bambini come avrebbero dovuto accoppiarsi con i propri compagnetti di banco. Bene ha fatto la Russia a mettere fuori legge i vostri delitti. Siete sempre più bugiardi e sempre più malvagi».
A questo punto una domanda viene spontanea: ma queste persone che si dichiarano così cattoliche han letto le scritture? Chi converte un messaggio d'amore in un messaggio d'odio è certo che lo stia facendo in nome di un credo religioso e non di un fanatismo che usa la religione come scusa? Io qualche domanda me la farei...
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