Tumblr ha bloccato la ricerca dei termini "gay", "lesbica" e "bisessuale" sulle applicazioni mobile


Tumblr è la celebre piattaforma di tumblelog (una variante del blog che favorisce una forma abbreviata arricchita da multimedialità) lanciata nel 2007 da David Karp e Marco Arment. Dopo la sua acquisizione da parte di Yahoo! (avvenuta lo scorso maggio per un milione di dollari), ci si è subito chiesti quale sorte sarebbe toccata ai contenuti per adulti, stimati intorno al 10% di tutto il materiale pubblicato.
Fonti ufficiali dicono che il CEO di Tumblr, David Karp, abbia iniziato affrontare il tema all'interno dell'azienda la scorsa settimana, anche se pare che gli amministratori si siano manifestati riluttanti all'idea di imporre censure automatiche (si teme di colpire anche materiale di buon gusto, magari firmato da alcuni famosi fotografi). Ed è così che la piattaforma ha comunicato la decisione di voler lasciare agli stessi utenti a il compito di decidere se i contenuti pubblicati sono da ritenersi adatti a tutti o riservati ai soli adulti.
Ma se questo è quanto viene comunicato ufficialmente, a far discutere è quanto si sta constatando sulla base dell'esperienza: in molti, infatti, hanno notato come certi termini abbiano iniziato a non restituire più risultati se cercati sull'applicazione mobile del sito. Tra questi risultano attivi blocchi anche per parole che non dovrebbero sottintendere una necessaria relazione con la pornografica, come nel caso dei termini "gay", "lesbica" o "bisessuale".
Al momento Karp si è limitato a rispondere alle polemiche con un post sul proprio blog, asserendo che «Gli ambienti delle app possono avere esigenze diverse».
Da notare è come tutt'ora le applicazioni mobile stiano continuando a restituire risultati nel caso di insulti, giri di parole espliciti o pratiche sessuali ben più discutibili di un rapporto fra persone dello stesso sesso.
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