Croazia: unioni civili gay entro fine anno


Lo scorso maggio alcuni attivisti gay erano scesi in piazza a Zagabria per chiedere una legge sulle unioni civili che conferisse pari dignità alle loro famiglie. Se si considera come la Croazia sia un Paese fortemente conservatore e cattolico (nel quale i Gay Pride sono puntualmente scortati dalla polizia per evitare assalti da parte degli ultra-nazionalisti), a molti era sembrata una richiesta che difficilmente sarebbe stata esaudita in tempi brevi. Ma non è andata così.
Il ministro dell'Amministrazione pubblica, Arsen Bauk, ha dichiarato che il Governo è al lavoro su una proposta di legge che dovrebbe introdurre le unioni civili fra persone dello stesso sesso entro la fine dell'anno. I diritti garantiti saranno simili a quelli riservati alle copie eterosessuali (dalla gestione dell'eredità ai benefici sociali e sgravi fiscali) anche se l'unione non sarà chiamata "matrimonio" ma "partenariato di vita". Le coppie gay non potranno adottare bambini ma è al vaglio una proposta che consentirebbe l'adozione dei figli biologici del partner nei casi in cui il genitore naturale p morto o sconosciuto.
Se il progetto di legge pare indirizzato a dare una risposta alle richieste giunte dall'Unione Europea, la Chiesa cattolica ha già dissotterrato l'ascia di guerra ed ha raccolto 750mila firme a sostegno di un referendum popolare che, attraverso la definizione di "matrimonio" come unione esclusiva di un uomo con una donna, introduca nella Costituzione croata un esplicito divieto alle nozze gay.
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