L’esercito israeliano apre ai transessuali


L'esercito israeliano è stato uno dei primi ad accogliere i gay fra le proprie fila (è dal 1993, con quasi vent'anni di anticipo rispetto agli Stati Uniti, che una legge vieta ogni forma di discriminazione all'interno delle forze armate del Paese). Ora le porte potrebbero presto essere aperte anche ai transessuali.
In Israele uomini e donne sono chiamati a svolgere il servizio militare obbligatorio al compimento dei 18 anni (la leva ha una durata di tre anni per gli uomini e di due per le donne), ma sino ad oggi eventuali reclute transessuali erano sempre state respinte. Il fenomeno non ha mancato di aprire un dibattito interno che oggi pare sfociare in quella che si preannuncia come il primo arruolamento di una donna transessuale: «C'è una grande possibilità che la giovane sia reclutata e svolga il servizio militare nell'esercito», fanno sapere dal Dipartimento del Personale.
Fonti del Dipartimento della Difesa ricordano che l'arruolamento di gay e lesbiche «è qualcosa di normale e riflette la diversità, la pluralità e l'apertura della società israeliana» e che «in applicazione delle leggi, noi svolgiamo il servizio militare obbligatorio per tutti e le persone transessuali non devono essere un'eccezione. L'Esercito accetta tutti i candidati indipendentemente dal loro orientamento sessuale».
L'apertura al servizio di leva per gay e lesbiche è da tempo ritenuto un vanto per Israele, al punto che lo stesso esercito ha più volte supportato il Gay Pride di tel Aviv anche attraverso campagne virali.
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