Robbie Rogers spiega la sua contrarietà al boicottaggio di Sochi 2014


Il calciatore statunitense e dichiaratamente gay Robbie Rogers ha invitato tutti gli atleti a «non agire impulsivamente saltando sul carro del boicottaggio» in vista dei Giochi Olimpici di Sochi 2014. Secondo il 26enne, infatti, la miglior strada possibile è quella di rispondere alle leggi omofobe volute da Putin con un'azione che possa spianare la strada per il cambiamento, senza limitarsi a spostarsi da una qualche altra parte abbandonando a sé stessa la comunità lgbt russa.
In tal senso Rogers ha citato l'esempio delle Olimpiadi di Berlino del 1936, affermando che: «Se gli Usa avessero boicottato i giochi, l'assenza di Jesse Owens alla manifestazione avrebbe portato a perdere un momento storico e didattico». Il suo augurio è che «Se prendiamo il tempo necessario a pensare le modalità per riuscire a realizzare questo obiettivo e non agire impulsivamente con la richiesta di boicottaggio, forse le Olimpiadi invernali di Sochi del 2014 potranno essere ricordate come un passo in avanti nella nella lotta per la parità dei diritti per tutte le persone in tutto il mondo. Questo è il mio sogno olimpico».
Rogers, però, non ha mancato di contestare un recente annuncio diffuso dal Comitato Olimpico Internazionale, nel quale si preannunciano sanzioni per tutti quegli atleti che dovessero recarsi a Sochi con addosso un qualche simbolo per i diritti gay, asserendo che «gli atleti dovrebbero essere incoraggiati a farlo».
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