Berlusconi apre la crisi di governo


Berlusconi ha tolto la fiducia a Letta e ha chiesto ai propri ministri di lasciare immediatamente l'esecutivo: le dimissioni sono state date nelle mani dei capogruppo e la crisi di governo è ufficialmente aperta.
Se Cicchitto polemizza sulla decisione presa in autonomia dal cavaliere affermando che «Dovevano discutere il partito e i gruppi parlamentari», sono in molti a sostenere che la vera motivazione non sia il mancato rinvio dell'aumento dell'IVA (argomento scelto forse per fini elettorali) ma l'imminente pronuncia sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi dopo la condanna definitiva per frode fiscale (tant'è che persino i telegiornali delle sue emittenti hanno dato ampio spazio alle motivazioni dei suoi avvocati in merito al caso Mediaset e non certo alle argomentazioni che riguardavano l'aumento della aliquote).
E se Il Giornale titola che è stato Letta a far cadere il governo (solo ieri avevano dato spazio in prima pagina ad una lettera scritta da Dudù, il cane di Berlusconi e della Pascale), una serie di mosse avevano lasciato presumere che l'ex-premier sarebbe rimasto con le mani in mano ad attendere la sua condanna: c'è l'inaugurazione della nuova sede di Forza Italia, il videomessaggio ricco di accuse alla magistratura (con le immancabili parodie), il cambio di residenza da Arcore a Palazzo Grazioli (forse utile in caso di condanna ai domiciliari), il coinvolgimento dell'Esercito di Silvio nella nuova Forza Italia, articoli inneggianti alla sua romanticheria apparsi su Vanity Fair (che l'inglese The Independent ha letto in modo un po' diverso, titolando "Il vecchio playboy svela la fidanzata 27enne") e persino un riferimento di Libero ad una presunta -ma in realtà mai avvenuta- benedizione di Padre Pio a Berlusconi.
Dinnanzi ad una crisi che in questo momento nessuno sa come gestire (con il rischio di tornare a quel lungo clima di immobilismo che ha seguito le elezioni prima di un accordi fra Pd e Pdl) il premier Letta -informato telefonicamente della scelta da Alfano- chiede che il chiarimento avvenga in Parlamento «alla luce del sole, di fronte ai cittadini», ed attacca: «Berlusconi per cercare di giustificare il gesto folle e irresponsabile di oggi, tutto finalizzato esclusivamente a coprire le sue vicende personali, tenta di rovesciare la frittata utilizzando l'alibi dell'Iva. In Parlamento ognuno si assumerà le proprie responsabilità d'innanzi al Paese. Gli Italiani sapranno rimandare al mittente una bugia così macroscopica, un simile tentativo di stravolgimento della realtà».
Anche Guglielmo Epifani, segretario del Pd, appare critico sostenendo che le dimissioni dei ministri del Pdl «sono una ulteriore azione di sfascio per l'azione del governo. Aprono formalmente nei fatti una crisi, dovremo valutare esattamente le conseguenze di questo. L'irresponsabilità sta salendo a livelli che non erano razionalmente valutabili». Ed aggiunge che il cambio della legge elettorale «è un passaggio obbligato» prima del ritorno alle urne.


I cinque mesi del governo Letta
28 aprile 2013. A due mesi dalle elezioni, dopo i tentativi fallimentari di Pierluigi Bersani, il neo-incaricato Enrico Letta forma un governo di larghe intese che include Pd, Scelta Civica e Popolo delle Libertà. Il 18 aprile è la giornata del giuramento dei ministri.
30 aprile 2013. Il Governo Letta ottiene la fiducia al Senato.
12 maggio 2013. Letta inaugura il suo primo "ritiro" con i ministri per decidere le strategie di governo. La sede scelta è l'Abbazia di Spineto.
15 giugno 2013. Viene presentato il "decreto del fare".
18 giugno 2013. La Camera vota la sospensione della rata di giugno dell'IMU.
26 giugno 2013. Viene decisa la sospensione dell'aumento dell'IVA.
12 luglio 2013. Il Senato approva l'istituzione del Comitato Parlamentare per le riforme Costituzionali, composto da trentacinque saggi, con lo scopo di studiare una legge elettorale ed eseguire revisione della seconda parte della Costituzione.
1° agosto 2013. Silvio Berlusconi viene condannato per frode fiscale, ma assicura che gli effetti della sentenza Mediaset non avranno effetti dulla tenuta del governo.
13 settembre 2013. La Giunta per le autorizzazioni respinge (15 a uno) la relazione presentata dal Pdl per cercare di fermare la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi.
28 settembre 2013. Su richiesta di Berlusconi, i ministri del Pdl si dimettono.
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