Denunciato dai genitori il 24enne che rischia di essere la prima vittima delle leggi sulla «propaganda gay»


Dmitry Isakov, 24 anni, rischia di diventare il primo attivista gay ad essere condannato sotto le controverse leggi sulla «propaganda omosessuale» approvate in Russia lo scorso giugno. Ad aggredirlo e consegnarlo alle autorità sarebbero stati i suoi stessi genitori.
I fatti risalgono al 30 luglio scorso, quando Isakov ha deciso di protestare in solitaria nel centro cittadino di Kazan (l'ottava ittà della Russia per popolazione) esponendo un cartello con scritto: «Essere gay ed amare i gay è normale. Picchiare i gay ed uccidere i gay è un crimine!».
Secondo quanto riportato da Gay Russia, sarebbero stati i suoi stessi genitori ad allertare le autorità ed ad aiutarle a trascinarlo a forza sulla volante una volta messo a terra dagli agenti. Anzi, pare addirittura che sia stata proprio la madre a strappargli a forza il cartello dalle mani.
Dopo l'arresto, Isakov è ora stato rilasciato in attesa di una decisione da parte della Corte Suprema del Tatarstan. Sul copro del manifestante sono stati ricontarti numerosi traumi e ferite inflittagli dagli agenti di polizia durante il suo fermo.
Ad aggravare la sua situazione pare ci sia anche la denuncia sporta da Erik Fedoseyev, un adolescente che dice di aver trovato online le fotografie della sua campagna (comprovando così l'ipotesi di «propaganda» sui minori). L'adolescente ha anche raccontato di essere stato costretto dal padre a sporgere denuncia, dato che l'uomo dice di odiare i gay visto che la moglie l'ha lasciato per un'altra donna.
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