Secondo Il Giornale, i gay non hanno bisogno di tutele perché sono loro a discriminare gli etero


Nel clima infuocato di quest'estate, mentre gran parte degli organi di informazione sono alla costante ricerca di motivazioni per chiedere l'affossamento di una legge contro l'omofobia, uno dei maggiori rischi è costituito proprio da quei gay e quelle lesbiche che si offrono come armi ai propri avversari. È quanto capitato oggi, quando Il Giornale ha colto l'occasione di una lettera indirizzata da un gay genovese al Secolo XIX per sostenere che il mondo lgbt non abbia bisogno di tutele perché sono proprio loro a discriminare gli etero.
I fatti risalirebbero a venerdì scorso, quando un gay e due suoi amici eterosessuali non sarebbero stati fatti entrare nei locali della Rosa dei venti, a Genova. Secondo il quotidiano non v'è dubbio che il motivo sia che i tre «non erano vestiti in sintonia con il posto, l'unico modo per esibire una sorta di certificato di omosessualità quale inaccettabile e discriminatorio pass era quello di dimostrare con atteggiamenti inequivocabili la propria preferenza sessuale».
A scatenare "il caso" è stato Luca Artuso, uno studente universitario che ha immediatamente scritto alla stampa nazionale per dirsi «profondamente ferito e turbato» dall'accaduto. A poco sono valse le giustificazioni della società che gestisce l'evento, pronta a dimostrare che non vi è stata alcuna discriminazione anche attraverso le riprese effettuate dalla telecamera del locale: per Il Gionale, infatti, «il fatto che un esponente del mondo gay si debba difendere da questo tipo di accusa, a prescindere se sia fondata o meno, è già un segnale che molte battaglie del movimento omosessuale, dopo aver accusato il mondo intero di discriminazione, sono state vinte da tempo».
In passato il locale aveva avuto alcuni problemi con gruppi di omosessuali che partecipavano alla serata con l'unico intento di insultare ed offendere i gay presenti, ma il quotidiano di Sallusti non manca anche sostenere che quella sia solo una giustificazione. Mentre lo studente si vanta del suo operato, sostenendo che «Combatto attivamente per rivendicare e sostenere la presa di coscienza necessaria alla comunità gay per uscire fuori dalle gabbie dell'autoghettizzazione che con questo e molti altri episodi costruiamo con le nostre stesse mani», Il Giornale non manca di aggiungere la propria morale: «Non è con i gay pride, con gli slinguazzamenti, con le ostentazioni folcloristiche non sempre di buon gusto che si conquistano i propri diritti».
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