Torino: solo famiglie etero alla festa del Pd


Il 6 settembre prossimo la Festa democratica di Torino ospiterà un dibattito dal titolo «Famiglia nel cambiamento economico sociale», ma il coordinamento Torino Pride ed il raggruppamento di associazioni lgbt lamentano di non essere stati invitati. Il tutto come risultato di scelta assolutamente voluta.
Parlando con un cronista de Il Fatto Quotidiano, il segretario regionale del Pd Gianfranco Morgando ha infatti dichiarato: «La nostra iniziativa ha come punto di riferimento il concetto di famiglia così come definito dall'articolo 29 della Costituzione, su questa base sono stati selezionati i partecipanti. I temi delle unioni gay, con annessi e connessi, non rientrano tra quelli dell'iniziativa sulla famiglia». Il segretario ha anche sostenuto che «I temi del coordinamento lgbt sono stati affrontati durante una serata sui diritti cui ha partecipato, tra gli altri, anche il presidente nazionale dell'Arcigay, Flavio Romani». In quell'occasione, però, il tema del dibattito era l'omofobia e non certo la famiglia.
Alessandro Battaglia, tra i fondatori del coordinamento lgbt, commenta: «Il nostro cattivo umore nasce perché il dibattito è stato costruito dall'area cattolica del Partito Democratico per l'area cattolica del Partito Democratico».
Curioso è anche come si sia cercato di argomentare la scelta con la solita scusa di una presunta incostituzionalità delle famiglie gay (tesi inventata da Giovanardi ma tirata spesso in ballo anche dello schieramento opposto) nonostante la Corte Costituzionale e la Commissione Giustizia al Senato abbiano ampiamente chiarito che la carta fondamentale non contiene alcun divieto o impedimento alle unioni gay (se non nella mente di chi preferisce interpretarla per usarla come scudo per il proprio pregiudizio).
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