Alfano: «Grazie a noi i matrimoni gay non sono legali»


Era lo scorso febbraio quando Silvio Berlusconi dichiarò che «Se l'Italia oggi non ha l'eutanasia legale, il matrimonio gay, la fecondazione eterologa, come avviene in tanti paesi europei, il merito è nostro». È passato quasi un anno, il suo partito si è spaccato e alcuni parlamentari sono confluiti nel Nuovo Centrodestra, ma l'aria non pare cambiata.
Giusto ieri Angelino Alfano, il leader dell'Ncr, ha affidato a Twitter un messaggio che mostra chiaramente come non ci sia nulla di nuovo sotto il sole. «Se al governo non ci fossimo noi -si legge- sinistra riterrebbe normale legalizzare la canna, i matrimoni gay e spalancherebbe frontiere».
Insomma, ancora una volta la negazione del diritto al riconoscimento giuridico dei gay diviene un motivo di vanto elettorale. Ma non solo. Passate poche ore Alfano ha rilanciato il concetto su Facebook, scrivendo che «La famiglia è composta da un uomo e da una donna. Quella descritta dalla Costituzione è la famiglia in cui continuare a credere. E merita di essere difesa contro i tentativi di smontarla». Un concetto di chiusura molto chiaro (per non dire un vero e proprio appoggio alle tesi vaticane degli ultimi giorni), basato sulla solita bugia che viene tutt'oggi sventolata all'elettorato nonostante la Corte Costituzionale e la Commissione Giustizia al Senato abbiano ampiamente chiarito che la carta fondamentale non contiene alcun divieto o impedimento alle unioni gay (limitandosi a segnale un vuoto legislativo in merito).
Ed ancora, durante la presentazione del libro "I moderati" ha minacciato: «Se propongono il matrimonio gay, ce ne andiamo un attimo prima a gambe levate e denunciandolo all'opinione pubblica».
Quindi non solo Renzi non si sogna neanche di proporre i matrimoni gay (preferendo parlare di unioni-ghetto che non infastidiscano troppo i cattolici), ma la limitazione dei diritti individuali pare il cardine su cui si vuole reggere l'attuale governo...
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