La legge contro l'omofobia in Senato: l'omofobia non esiste e bisogna tutelare etero e pedofili


La Commissione Giustizia del Senato ha ripreso ieri la discussione sulla proposta di legge contro l'omofobia ma, nonostante tutte le richieste di modifiche per garantirne l'efficacia, l'impressione è che qualcuno la vorrebbe svuotare ancor più di quanto non abbia già provveduto a fare Montecitorio (con l'ormai nota norma salva-associazioni).
Durante la seduta , il senatore Malan (PdL) ha ribadito la necessità di «evitare che si introducano nuovi reati di opinione e si creino molte difficoltà nello svolgimento dei processi conseguenti alle incriminazioni per reati solo vagamente riconducibili a fenomeni di transfobia e omofobia», sostenendo si volersi adoperare per «evitare che nuove forme di reato limitino l'esercizio della libera manifestazione del pensiero e la libertà di opinione, in nome di malintese esigenze di protezione degli orientamenti sessuali dei singoli». Nell'occasione ha anche sostenuto che linee guida per un'informazione rispettosa delle persone lgbt adottate dal dipartimento per le Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio mostrino come certe iniziative siano «soltanto in implicite limitazioni alla libertà di comunicazione».
Il senatore Giovanardi (Ncd) ha invece chiesto la soppressione dell'articolo 1 (in pratica l'intera legge) dato che «si evince che i fenomeni di omofobia e transfobia non sono facilmente riconoscibili come vera e propria causa di suicidi, omicidi e fatti di sangue denunciati o di cui si sia accertata la responsabilità. Spesso solo un'analisi approssimativa della condizione alla base di aggressioni, atti criminali ed episodi suicidari, può portare alla imprecisa conclusione che essi dipendano da atti e comportamenti omofobici o transfobici». Da qui il «convincimento che non vi sia alcuna emergenza che giustifichi l'introduzione di norme penali dagli effetti limitativi dei diritti di libertà» ed il pieno appoggio a Malan per quanto riguarda le critiche alle linee guida redatte dal dipartimento per le Pari Opportunità.
Anche il senatore D'Ascola (Ncd) si è detto convinto che la legge sia costituita solo da «norme che incriminano meri orientamenti di opinione», mentre il presidente della commissione -il senatore Palma (Pdl)- ha ribadito «la propria generale perplessità sull'impianto della legge» attraverso un emendamento con il quale «si intende sopprimere l'incriminazione della sola condotta di istigazione a commettere i reati previsti nella prima delle due leggi citate».

Tra gli emendamenti pubblicati sul sito del Senato, nessuno par voler mettere in discussione la contestatissima norma "salva associazioni", ma molti paiono volti a distruggere l'intera norma. Ad esempio nell'emendamento 1.5 (a firma Giovanardi, D'Ascola, Torrisi, Bianconi e Chiavaroli) si chiede di specificare espressamente che «si chiede che le parole "omofobia" e "transofobia" siano sostituite dalla dicitura "fondate sull'odio ovvero disprezzo o comunque palese ostilità tesa concretamente a ledere l'incolumità, la dignità e il decoro delle persone che manifestino anche solo apparentemente, ancorché non apertamente, orientamenti omosessuali bisessuali, eterosessuali, pedofili, se tali condotte siano poste in essere a motivo del loro orientamento sessuale e siano espressione di violenza o ostilità e non di pensiero verso l'orientamento sessuale e lo stile di vita in sé». C'è da chiedersi perché la «pedofilia» venga presentata come un'orientamento sessuale al pari dell'omosessualità, chiedendo che sia tutelata e resa criticabile allo stesso modo dell'esser gay (nonostante l'affiancamento sia assolutamente ridicolo).
Ma non solo. Nell'emendamento 1.8 gli stessi firmatari si lanciano anche nella richiesta di trasformare la legge contro l'omofobia dovrebbe in una norma contro «omofobia, transfobia, eterofobia, pedofobia, cristianofobia», mentre nell'emendamento 1.15 si propone di eliminare la punibilità dell'incitamento alla violenza attraverso la soppressione delle parole "istiga a commettere" ed "incitamento discriminazione".
I cinque risultano molto attivi anche nel chiedere una riduzione delle pene previste, così come proposto anche dai leghisti Stefani e Bitonici, per i quali i riferimenti all'omofobia e alla transfobia siano rimossi e le pene detentive previste dovrebbero essere sostituite con una «multa da 3.000 a 15.000 euro».
Il senatore Malan pare aver scelto di giocare con e parole e chiede la sostituzione della parola: «omofobia» con la parola «eterofobia» (emendamento 1.59) o con il termine «sodomofobia» (emendamento 1.60). Altri proposti sono l'«ermafroditofobia» (1.67), la «teoria del genere» (1.110), «l'incesto dinastico» (1.111), la «teoria del lesbismo militante come forma di lotta di classe o che praticano» (1.112), la «misoginia o misandria» (1.113), le «segregazione di persone in base al sesso» (1.114), la «partenofobia» (1.225), la «poliandrofobia» (1.226) o l'«ateismo materialistico obbligatorio o che praticano» (1.227).
Sempre Malan è il propositore di una emendamento che tutela il «diritto dei genitori di provvedere all'educazione e all'istruzione dei loro figli secondo le loro convinzioni religiose, filosofiche e pedagogiche», mentre soventi sono i tentativi di sostituire i riferimenti all'orientamento sessuale con un riferimenti al sesso (ossia tutelando gli uomini o le donne discriminati in quanto tali).
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