Manif Pour Tous: «La UE vuole che l'omosessualità sia rimossa dalla lista dei disordini mentali». Peccato sia avvenuto già ventitré anni fa...


Assurda (e a tratti comica) è la petizione lanciata dalla Manif Pour Tous di Roma contro il rapporto Lunacek, un documento che verrà discusso dal Parlamento Europeo il prossimo 4 febbraio e che prevede linee guida -prive di valore vincolante- riguardo alla «tabella di marcia contro l'omofobia e la discriminazione legata all'orientamento sessuale e all'identità di genere». Ed è così che la petizione sostiene che il documento voglia imporre «l'ideologia gender» attraverso «un sorprendente e spudorato tentativo degli attivisti lgbt per stravolgere il senso di ciò che si intende per diritti umani fondamentali».
Nel tentativo di screditare il relatore, la petizione si lancia nell'asserire che la Lunacek abbia tentato di legittimare la pedofilia attraverso un emendamento che in realtà parlava semplicemente della necessità di una educazione sessuale priva di taboo per i bambini (ma si sa che il paragone fra omosessualità e pedofilia è un evergreen per ogni omofobo che si rispetti. ndr), così come si accusa la «lobby gay» di voler sfruttare utilizzare una roadmap riservata ai diritti dei disabili per ottenere «privilegi speciali» e la «la queering (omosessualizzazione) istituzionale dei diritti umani».
In caso di approvazione del documento, la Manif Pour Tous non ha dubbi nell'affermare che «stati membri dovranno impegnarsi in una conversione totale all'omosessualismo» e che «non potranno esserci future legislazioni europee che contraddicano gli interessi degli attivisti gay e lesbiche». Inutile a dirsi, quest'ultima affermazione riguarda l'invito a non approvare «leggi che limitino la libertà di espressione in relazione all'orientamento sessuale e all'identità di genere» (in pratica le norme omofobe di Putin) e che quindi si presupponga che il diritto all'esistenza sia un «interesse degli attivisti» e non un diritto universale.

Ormai senza freni, l'associazione ipotizza che la roadmap verrà usata per «obbligare gli Stati Membri ad approvare il "matrimonio" tra persone dello stesso sesso» e che «oppie formate da persone dello stesso sesso in tutti gli Stati Membri avranno accesso all'adozione, alla fecondazione in vitro e alla maternità surrogata» e verrà introdotta una «libertà di espressione illimitata per la comunità gay, ma libertà d'espressione ristretta per possibili critici». Insomma, dall'elenco pare mancare solo il rischio di un'invasione di cavallette...
Nella petizione si afferma anche che «il Rapporto Lunacek sollecita l'UE a esercitare influenza politica sull'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) affinché l'omosessualità sia rimossa dalla lista dei disordini mentali e comportamentali. Questo rappresenta un sorprendente tentativo di interferenza sulla libertà della scienza e della ricerca scientifica da parte di istituzioni politiche». Peccato che l'OMS abbia depennato l'omosessualità dalla lista delle malattie mentali già ventitré anni fa (forse qualcuno dovrebbe dirglielo, ndr) e che è difficile pensdare il documento voglia chiedere l'ottenimento di qualcosa che c'è già da decenni...
In conclusione non poteva mancare la solita asserzione secondo cui l'omofobia non esiste (peraltro espressa attraverso una frase che contiene un numero spropositato di virgolette a negazione di qualsiasi realtà conosciuta): «Crimini d'odio -si afferma- sono commessi dagli stessi attivisti gay: in tutta l'UE esiste un ben documentato aumento dei "crimini d'odio" commessi da sedicenti "attivisti dei diritti omosessuali" contro i loro oppositori. L'adozione di una specifica "roadmap" per isolarli come un gruppo minoritario che necessita di speciali privilegi non riflette la realtà».
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