Il gay che dice di «aver scelto» di essere gay


Lui si chiama Brandon Ambrosino e si appresta a diventare l'eroe di cattolici e conservatori. Fervente credente, ha raggiunto la popolarità dopo aver scritto un articolo su Vox dichiarandosi gay, sostenendo che l'omosessualità dia una scelta e non un'inclinazione naturale e asserendo che una posizione contraria al matrimonio tra persone dello stesso sesso non comporta automaticamente essere omofobi.
Una dichiarazione curiosa se si considera come lui stesso abbia raccontato di «aver lottato per venire a patti con la propria identità sessuale dopo essere stato a contatto per lungo tempo con un ambiente religioso conservatore». Perché dunque avrebbe dovuto decidere deliberatamente di diventare qualcosa che non voleva essere?
Una domanda quasi ovvia ma che molti giornali conservatori non hanno preferito non porsi pur di potersi appellare alle sue parole come ad una verità assoluta. E naturalmente poco importa se le prove scientifiche
sostengano il contrario o se la parte restante della comunità lgbt abbia altre idee: quella è la loro la tesi e chiunque la sostenga dev'essere mostrato come verità unica ed ultima sull'argomento. Non a caso anche l'italiano Tempi.it ha prontamente rilanciato la notizia, spingendosi sino a sostenere che tutti i gay abbiano deliberatamente deciso di essere omosessuali e che cinque dica il contrario sia da bollare come parte di una famigerata "lobby gay".
Di parere diametralmente opposto sono molti giornali statunitensi, pronti ad affermare che «i conservatori anti gay hanno uno scrittore gay dietro al quale nascondersi per difendersi dalle accuse di fanatismo e discriminazione» o che «Ambrosino offre alla destra anti lgbt il messaggio rassicurante che non stanno facendo nulla di male».
Da anni Ambrosino è considerato una valido sostegno per le politiche anti-gay. Nel 2001 appoggiò le deliranti dichiarazioni di Jerry Falwell (secondo cui gli attentati dell'11 settembre sarebbero stati causati dai gay), così come difese Phil Robertson dalle polemiche suscitate per aver equiparato l'omosessualità alla bestialità e sostenuto che i gay sono da paragonare a "ubriachi" e "terroristi". Prese anche le parti di Alec Baldwin dopo i suoi insulti omofobici rivolti ad un fotografo, così come in più occasioni si è macchiato di un linguaggio transofobico in cui il termine «trans» è stato utilizzato come un insulto.
Insomma, ci vorrebbe poco ad ipotizzare che quella sia omofobia interiorizzata e che l'odio per sé stesso si sia tramutato in un odio della causa lgbt, eppure i giornali come Tempi non hanno esitato nel sostenere che «dato che [Ambrosino] vive la sua diversità in una maniera discorde da quella amata dalle testate liberal d'Oltreoceano, è diventato bersaglio di critiche e articoli al vetriolo».
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