Professori denunciati a Roma. Interviene il ministro e parla di «accuse strumentali»


«Troppi ragazzi si sono uccisi in questi anni perché gay, dopo aver subito offese e umiliazioni. Il problema esiste e va affrontato anche per le scuole. Anche al Giulio Cesare l'hanno fatto, per quanto ho potuto ricostruire, in modo assolutamente corretto». È con queste parole che, attraverso un'intervista rilasciata a La Repubblica, il ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini è intervenuta sul caso dei professori romani denunciati dalle associazioni cattoliche Giuristi per la Vita e Pro Vita Onlus per aver suggerito agli studenti la lettura di un libro che affronta alcune tematiche gay.
Secondo le due associazioni, la presenza di un breve passaggio che descrive una fellatio fra due ragazzi sarebbe da ritenersi un «contenuto pornografico e osceno, che non può non urtare la sensibilità dell'uomo medio, specie se si considera che tale divulgazione era diretta ad un pubblico composto da minorenni».
«In tutta la letteratura dai greci in poi, da Platone a Saffo, il tema dell'amore omosessuale è stato trattato in tutte le sue declinazioni, da quelle più crude ad altre metafisiche [...] quindi mi viene il sospetto che questa volta le accuse siano strumentali, ideologiche», ha aggiunto il ministro.
La Giannini ha anche difeso il piano educativo proposto agli studenti: «Questo libro è stato dato da leggere all'interno di un progetto sulle diversità condiviso tra studenti, professori, docenti. Un progetto elaborato che parlava di tutte le diversità, dalla nazionalità alle differenze religiose. Con tanto di discussioni in classe e tema alla fine. Insomma qualcosa di approfondito e serio [...] Il bullismo sui gay è una realtà oggettiva da combattere in tutto il mondo, Italia compresa [...] Il grande nemico è l'ignoranza, per questo ben vengano i programmi di lettura che integrano i libri classici a temi di attualità».
E che l'ignoranza sia diffusa appare evidente anche dai tanti commenti omofobi che in questi giorni hanno fatto seguito alla richiesta, con manifestazioni di piazza da parte di Forza Nuova e Militia Chisti, ma anche tanti individui che si sono sentiti nel pieno diritto di criticare il brano senza neppure aver letto il testo.
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