Un conduttore radiofonico Usa: «Hitler voleva creare una razza di super soldati gay»


«Se i gay non saranno fermati, i cristiani statunitensi si ritroveranno ad affrontare una persecuzione simile a quella subita dagli ebrei nella Germania nazista». È quanto affermato dal pastore anti-gay Jeff Allen nel corso di una trasmissione radiofonica statunitense.
Parole gravi che sottolineano come l'omofobia possa offuscare le menti delle persone al punto da non renderle più capaci di distinguere fra vittime e carnefici, condendo il tutto con un clima di incitamento all'odio e di improponibile propaganda. E se anche in Italia molti giornali cattolici si ostinano a voler offendere i gay attraverso l'uso del termine «omofascismo», nel corso di un'intervista al Right Wing Watch il pastore ha spiegato che «non è un'esagerazione dire "omofascismo" perché il partito nazista tedesco era omosessuale. Hitler era un omosessuale. Tutti i comandanti nazisti erano omosessuali». Ormai perso nel suo delirio, Allen ha anche aggiunto: «Stavano creando una specie omosessuale. Ecco di cosa si trattava quella faccenda della razza ariana, uomini bianchi, con occhi azzurri e capelli biondi: Hitler stava cercando di creare una razza di super soldati gay».
La cosa più incredibile è come il conduttore radiofonico ha reagito davanti a quelle parole insensate. «Giusto -ha dichiarato Rick Wiles- non siamo ancora arrivati all'uccisione dei cristiani ma ci stiamo arrivando [...] I gay sono espressione del pensiero nazista e sono i peggiori tiranni che si siano mai visti. Stanno andando a caccia e vi perseguiteranno».
Una minaccia chiara e buttata lì solo per incutere inutili timori negli ascoltatori, inevitabilmente alimentando le iniziative persecutorie di quanti penseranno di doversi "difendere". Poi, quasi inutile a dirsi, la tesi non spiega perché Hitler abbia rinchiuso migliaia di gay e lesbiche nei campi di concentramento o perché Himmler non volesse gay nell'esercito, spacciando poi per verità assoluta teorie discutibili sulla sessualità di Hitler perlopiù riconducibili alla propaganda cominternista.
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