Finisce in carcere l'ex medico militare che torturò otre 900 soldati gay sudafricani
Aubrey Levin è un ex psichiatra dell'esercito sudafricano dell'apartheid che tra il 1970 e il 1980 ha tentato di "curare" l'omosessualità costringendo numerosi soldati gay bianchi ad operazioni di riassegnazione di genere, castrazione chimica, scosse elettriche e un'altra serie pratiche mediche tutt'altro che etiche.
Il numero pazienti non è noto, ma alcuni ex chirurghi militari stimano che tra il 1971 e il 1989 siano stati più di 900 i soldati costretti ad operazioni chirurgiche di "riassegnazione sessuale" come parte di un programma top-secret volto a sradicare l'omosessualità dall'esercito.
Con la fine dell'apartheid, però, l'esercito ha riconosciuto la barbaria di quegli esperimenti e nel 1990 Levin ha deciso di lasciare il Sudafrica alla volta del Canada, dove ha potuto tranquillamente riprendere ad esercitare la professione medica.
Nel marzo 2010, però, il Collegio dei Medici e dei Chirurghi di Alberta ha revocato la sua licenza in seguito alle denunce di un paziente maschio che l'aveva segretamente filmato mentre il medico gli ha rivolto alcune avances sessuali. Altri 20 ex pazienti avallarono le accuse si molestie e dieci hanno testimoniato contro di lui al processo che ne è seguito.
Solamente la scorsa settimana si è concluso il processo di appello ed il medico -ormai 74enne- è stato condannato a cinque anni di carcere. Levin continua a sostenere di non aver fatto nulla di male sia in Sudafrica che in Canada, mentre la pena sembra assai ben poca cosa rispetto al male generato.