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Le inondazioni in Serbia? Secondo il patriarca ortodosso è tutta colpa del Gay Pride

Non è la prima volta che il patriarca ortodosso serbo Irinej si scaglia conto i Gay Pride, ma questa volta le motivazioni addotte hanno del tragicomico. Secondo il primate, infatti, le inondazioni che in questi giorni hanno flagellato la Serbia non sarebbero altro che «l'ammonimento di Dio per la gran massa di peccati. Dio ci ammonisce, ci esorta al pentimento e ci dice che senza la grazia divina non possiamo fare nulla».
Ma quello che appariva come un discorso generico ha ben presto preso la direzione di un proclamo volto ad individuare un capro espiatorio ben preciso: «In questi giorni -ha proseguito- è in preparazione a Belgrado un raduno che che rappresenta una enorme illegalità e un peccato ripugnante». Il chiaro riferimento è al gay Pride in programma nella città il 31 maggio prossimo.
Già nei giorni scorsi il patriarca non aveva esitato a sostenere che la parata dell'orgoglio omosessuale fosse «la vetta dell'iceberg dell'immoralità, un insieme di peccati e vizi». Trattandosi di proclami lanciati dalla massima autorità religiosa del Paese, pare inevitabile che qualcuno finirà con il credere alle sue parole, magari approfittando di quel rigurgito d'odio per legittimare la propria omofobia.


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