Uccise un taxista perché odiava i gay: condannato a trent'anni di carcere


Il killer di Covignano (Rimini) è stato spinto da motivazioni omofobe. È questa la conclusione che si legge nella sentenza depositata dal giudice Sonia Pasini, che il 29 gennaio scorso ha condannato il 22enne Marco Zinnanti a trent'anni carcere per l'omicidio del tassista Leonardo Bernabini (54 anni). Il 2 settembre 2012 freddò l'uomo con due colpi di fucile semplicemente perché odiava i gay. Il giudice ha così riconosciuto anche l'aggravante dei futili motivi.
L'imputato rivelò la sua avversione nei confronti dei gay già nel corso di un interrogatorio, durante il quale affermò di non stimarli, di provarne fastidio e che gli provocano il "nervoso". L'uomo militava gli ambienti di estrema destra e nella sua abitazione sono stati ritrovati vari simboli nazisti. «Ad una simile personalità, violenta, pericolosa con evidenti simpatie per la simbologia nazista -si legge nella sentenza- era connaturata una certa ideologica avversione verso chi avesse tendenze omosessuali».
Le indagini hanno appurato anche come Zinnanti avesse già tentato di uccidere un altro uomo in passato, anche quella volta mosso solo dall'orientamento sessuale della sua vittima.
Dalla sentenza emergono anche le prove di un suo collegamento con la malavita locale: «Quello ritrovato nel covo di via Teodorico, armi, droga e molti soldi in contanti, dimostra come Zinnanti avesse collegamenti ad alto livello con ambienti delinquenziali legati al traffico di droga e come lui stesso si collocasse in posizione elevata nella scala criminale». Le manette sono scattate anche ai polsi dei suoi genitori e di sua sorella, accusasti di favoreggiamento personale in concorso, detenzione di droga finalizzata allo spaccio, detenzione illegale di armi da fuoco, porto in luogo pubblico di arma da fuoco e ricettazione.
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