Anche se cambi l'etichetta, una scatola di pelati resterà sempre una scatola di pelati


Ci siamo già occupati di Ex-Homovox, un sito Internet gestito da perone anonime che fornice presunte testimonianza anonime di gay che grazie al cristianesimo sarebbero diventate etero (con tanto di titolo equivoco dato che gli Homovox sono dei gay francesi che non vogliono diritti e gli ex dovrebbero riguardare solo quello specifico gruppo, ndr).
I nomi che lo frequentano paiono i soliti che hanno alimentato tutte le pagine Facebook similari, così come le storie raccontate appaiono veri e propri meme che da anni circolano su vari siti cristiani. Tra gli ultimi post c'è ad esempio quello che racconta la storia di una drag queen satanica che è diventato etero grazie a Gesù. La sua testimonianza -raccolta in un dvd a pagamento- gli è valsa il premio di Ex gay dell'anno nel 2013... peccato che nel riproporre la notizia non si sia data importanza agli sviluppi della vicenda: in un'intervista radiofonica McNutt ha raccontato di essersi innamorato del bassista maschile della sua rock band cristiana (motivo per cui definirlo "ex-gay" appare un po' arduo).
Ma tornando alla produzione propria, attraverso alcuni teaser promozionali il sito ha è annunciato l'imminente arrivo di un video di risposta al monologo di Carlo Gabadini sull'omosessualità. Ma quello che veniva annunciato con toni pomposi da rivelazione di Fatima appare come uno dei più brutti video della storia di YouTube. Il montaggio alterna spezzoni decontestualizzati a scritte anonime che asseriscono: «Non siamo nati gay ma qualcosa nel nostro passato ci ha indotto emozioni omosessuali». Punto. Non c'è una spiegazione, non c'è una tesi, non c'è nulla: solo un'affermazione infantile di chi pare dire: «Io ho ragione, tu hai torto io ho ragione». Praticamente un'offesa all'intelligenza del messaggio proposto da Gabadini.
In conclusione non manca l'invito promozionale a visitare le presunte testimonianze di "ex-gay" da loro pubblicate, tutte incredibilmente accomunate da storie di droga, sesso sfrenato e vite sregolate di ogni tipo (motivo per cui è l'intelligenza umana a suggerire un legittimo dubbio sulla loro attendibilità, anche considerato come molte appaiono terribilmente simili a storie già raccontate per le medesime finalità su alcuni siti statunitensi).

E dato che le risposte gli piacciono tanto, tanto vale dargli una risposta. È inutile che vi affanniate tanto a raccontare presunte storie di presunti "ex-gay" dato che nessuno mette in dubbio che vi siano persone pronte a sostenere di essere diventate etero. Il fanatismo religiosa porta alcuni ad indossare cilici, altri ad autoflagellarsi... perché mai non dovrebbero esserci persone pronte ad atti autolesionistici come la rinnegazione della propria sessualità?
Ci sono uomini eterosessuali che fanno sesso con altri uomini per denaro e gay che si sposano per nascondersi dai pregiudizi della società: tecnicamente far sesso con una persona diversa dall'oggetto del proprio desidero non è poi così difficile, ma ciò non toglie che l'etichetta che uno si attribuisce non cambia le cose. Posso anche prendere una scatola di pelati e cambiargli l'etichetta, ma quella resterà una scatola di pelati anche se c'è scritto che contiene fagioli. Ed è così che McNutt si innamorerà del suo basista, che un altro "ex-gay" verrà pizzicato a bazzicare siti per incontri gay o che il fondatore della principale società statunitense per la "cura" dell'omosessualità vuoterà il sacco ed ammetterà di aver mentito.
In fin dei conti è la statistica a suggerirlo: se il 99,9% dei gay dice di essere nato gay e lo 0,01% preferisce dare la colpa a qualcun altro, chi avrà ragione? E, soprattutto, chi da il diritto di sfruttare l'autolesionismo di qualcuno per cercare di rovinare la condizione di vita degli altri?
Se la drag queen satanica è più felice ad andare in giro a dire di essere gay, lo faccia. Ma ciò non può comportare l'imposizione di quell'etichetta anche a chi vive più serenamente la propria omosessualità. È così per le cose che fanno davvero male alla salute, figuriamoci per quelle che non fanno male a nessuno. In un Paese che si è chiesto se fosse meglio tutelare i posti di lavoro all'Ilva o evitare dei tumori agli abitanti di Taranto, credete davvero che sia più importante far sapere che alcune persone hanno scelto di cambiarsi l'etichetta piuttosto che evitare che dei giovani siano spinti al suicidio dalla discriminazione generata da quelle parole e dalla colpevolizzazione di chi ha deciso di non mentire sul proprio contenuto?
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