Migliaia di persone in piazza per l'Onda Pride


50.000 partecipanti a Milano, 10.000 ad Alghero, 20.000 a Bologna, 40.00 a Palermo, 50.00 a Torino. Ed ancora in migliaia anche a Catania, Lecce, Napoli e Perugia. Sono questi i numeri dell'Onda Pride che ieri ha investito dieci città italiane.
A sfilare c'erano tutti: gay, lesbiche, transessuali... ma anche tanti etero, rappresentanti delle istituzioni, esponenti della società civile e famiglie tradizionali (proprio quelle che secondo alcuni dovrebbero sentirsi "minacciate" dai diritti altrui). Il tutto in un clima di festa che ben sottolinea come in piazza si sia voluto portare l'amore e la gioia di vivere. Insomma, la miglior riposta possibile a quanti hanno dedicato il proprio tempo alla coltivazione dell'odio: la piazza non era contro qualcuno ma a favore della libertà di amare per tutti.
E mentre la Regione Lombardia si appresta a votare una mozione volta a disconoscere le famiglie gay, a Torino è stato il neo presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, ad prire il corteo e a dichiarare il proprio appoggio alle civil partnership di Renzi (a cui si somma l'annuncio lanciato dall'assessore regionale alle Pari Opportunità, Monica Cerutti,che ha promesso «una legge contro le discriminazioni sessuali e di identità di genere»).
«Non voglio più dare spiegazioni e non voglio avere diritti col contagocce» è il messaggio lanciato a Lecce dal Presidente della Regione Puglia, «Non capisco perché la società di oggi preferisca due uomini con un fucile piuttosto che due uomini che si tengono per mano» recitava uno striscione esposto a Venezia. Ed è proprio sulla fine dell'omofobia e sulla piena parità di dignità sociale che vertevano la maggior parte delle rivendicazioni.

I migliaia di manifestanti hanno completamente eclissato le contro-manifestazioni organizzate da Forza Nuova, evidentemente insignificanti dato che persino sulla loro pagina Facebook c'è un'unica fotografia ritraente solo sette persone (a cui si somma il vanto di essere sgattaiolati di notte ad imbrattare con scritte omofobe i muri delle nostre belle città; qui e qui le immagini da loro diffuse). Una partecipazione non certo maggiore è stata ricevuta dal rosario pubblico organizzato dal circolo veronese lefevriano "Christus Rex" per pregare contro il peccato commesso dai partecipanti al Gay Pride (a loro dire «contro le leggi di Dio»).
Ma è proprio per questo che i numeri non paiono certo insignificanti: se paragonati con le varie manifestazioni omofobe, non c'è dubbio su quale sia la richiesta della società civile. Da qui la possibilità dello Stato di poter decidere se sia più importante dare una risposta ai cittadini o se sia voglia rendere l'Italia una sorta di parco giochi vaticano in cui una minoranza omofoba possa decidere a chi non debbano essere concessi i propri diritti.

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