Papa Franceso incontra la presidente francese della Manif pour tous


Dopo aver partecipato alla messa mattutina, la presidente del movimento francese della Manif pour tous -Ludovine de La Rochère- è stata ricevuta da Papa Francesco. L'Osservatore Romano riporta che la donna ha illustrato al pontefice «le sfide del suo movimento di difesa della famiglia e del matrimonio» e gli ha regalato una maglietta con il simbolo del movimento per ringraziarlo per il suo «sostegno». Ha anche parlato della diffusione del Movimento in altri paesi dove «la famiglia è ugualmente minacciata».
«Quando è venuto in Vaticano il presidente francese François Hollande -ha raccontato de La Rochère ai giornali- avevamo scritto al Papa che il movimento della Manif pour tous doveva assolutamente andare avanti di fronte alla minaccia di più progetti legislativi contro la famiglia e il matrimonio, e avevamo chiesto al Pontefice un suo segno di sostegno».
La stampa ha anche sottolineato come l'incontro sia durato circa cinque minuti (un tempo nettamente superiore a quello che il pontefice è solito concedere per le sue strette di mano) e che Papa Francesco avrebbe addirittura promesso alla donna una riflessione sulle modalità migliori per inviare un messaggio ai francesi contro la legge Taubira del 2013 (ossia quella che legalizza i matrimoni fra persone dello stesso sesso). Un particolare che -se confermato- porterebbe ad un attacco frontale ai diritti dei gay e ad un'ingerenza sinora relegata alle azioni intraprese dalle singole comunità episcopali.
Di fatto, però, bastano gli elementi rilasciati dalle fonti ufficiali alla Santa Sede (e prontamente enfatizzati dai media cattolici) per osservare come il pontefice pare abbia di fatto legittimato un movimento violento che spesso collabora con l'estrema destra pur di impedire che tutti i cittadini possano avere uguali diritti davanti alla legge.
Ripubblicata la notizia, sulla pagina ufficiale della Manif pour tous Italia è immediatamente apparsa anche una bozza di correzione alla Costituzione Italiana (definita «una provocazione», ma chissà fino a che punto) in cui è stato incluso un esplicito divieto alle nozze gay ed un'incentivo ad una maggiore natalità (così com'era solito chiedere il duce in epoca fascista). Insomma, non appena ottenuta una sorta di "benedizione papale" i toni del movimento sono immediatamente schizzati a livelli inaccettabili, forse consci si come in Italia sia il Vaticano e non il Parlamento a decidere.
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