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Il giudice condanna Taormina: dichiarò che non avrebbe mai assunto un gay

«Mi danno fastidio. Parlano diversamente, si vestono diversamente, si muovono diversamente, è una cosa assolutamente insopportabile. È contro natura». «Non assumerei mai un gay nel mio studio». Sono alcune delle affermazioni rilasciate lo scorso 16 ottobre dall'avvocato Carlo Taormina durante la trasmissione radiofonica La Zanzara.
Il giudice del lavoro di Bergamo, Monica Bertoncini, lo ha ora condannato per «il carattere discriminatorio» dell'aver affermato più volte che l'orientamento sessuale sia una motivazione valida per non assumere qualcuno.Taormina dovrò anche pubblicare a proprie spese un estratto del provvedimento «in formato idoneo a garantirne adeguata pubblicità» e dovrà versare 10mila di «risarcimento del danno» alla Rete Lenford che ha presentato il ricorso.
«Tanto è devoto Taormina al Diritto -ha ironizzato Flavio Romani, presidente di Arcigay- che questa volta ha voluto fare giurisprudenza in prima persona, offrendoci la prima condanna in Italia per discriminazione verso le persone gay e lesbiche in ambito lavorativo. Questa sanzione non resta evidentemente circoscritta alla vicenda del noto penalista, bensì va estesa al dibattito politico di questi mesi sull'omotransfobia. L'ambito lavorativo è l'unico nel quale esiste una norma che affronta il tema delle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, è giusto che quella norma sia applicata e che in quella norma e nel principio che esprime venga colto il limite inequivocabile tra la tanto sbandierata libertà di opinione e l'adozione di condotte che offendono o danneggiano le persone gay, lesbiche e trans».
Il presidente di Arcigay si augura che la sentenza valga anche come monito per «i tanti bulli della politica e degli ambienti circostanti che indugiano in battute e argomenti razzisti e omofobi, facendosene quasi un vanto. A tutti loro oggi il Tribunale di Bergamo dice che si muovono al di fuori delle norme di un Paese civile. E sebbene non basterà la somma definita dal giudice per trasformare un incivile in qualcosa di più, sicuramente il ricordo di questa sonora batosta indurrà i suddetti bulli a riflettere prima di replicare certe condotte da borderline. Dobbiamo questa soddisfazione agli amici e alle amiche dell'Avvocatura per i diritti lgbt - Rete Lenford, a cui va il nostro più convinto plauso».


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