L'associazione ProVita si scaglia contro i transessuali: sono disturbati mentalmente


«Il tasso di suicidi tra le persone transgender che hanno fatto un intervento chirurgico di riassegnazione è 20 volte superiore al tasso di suicidi tra le persone non transgender». Ad affermarlo con fierezza è il sito dell'associazione ProVita che pare sfregarsi le mani dinnanzi a tale dato. Poco importa se il dettaglio dell'essere operati sia ininfluente visto il campione con cui lo si confronta, così come pare sia ignorato come tale drammatico dato risulti da tutti i report lgbt. Secondo l'associazione, infatti, i suicidi non dipenderebbero dall'odio alimentato da realtà come la loro (che spesso costringe i transessuali all'emarginazione e all'impossibilità di poter trovare un impiego), ma le vittime commetterebbero tale gesto perché malate mentalmente.
A riprova della loro tesi hanno sfoderato l'improponibile tesi Paul R. McHugh, un professore statunitense che sostiene che il transessualismo «è un disturbo mentale che merita trattamento, che il cambiamento di sesso è biologicamente impossibile».
Naturalmente sulle loro pagine McHugh diventa un professorone che vanta articoli di «alta valenza scientifica», presumibilmente mai letti ma esaltati per far apparire più autorevole uno scienziato che sostiene le loro tesi d'odio. «Non lo dico io, lo di ce uno scienziato» commenta felice un loro utenti, presubibilmente felice nel trovarsi finalmente legittimato nel proseguire in discriminazioni che possano innalzare il tasso di suicidi fra i transessuali.

Se è possibile capire l'entusiasmo dell'associazione nel poter finalmente citare un professore vero e non una qualche frasetta scritta a tavolino dall'omofobo di turno, una maggiore verifica della fonte avrebbe permesso di scoprire che la tesi citata risale al 1979, anno da cui il professore ha iniziato a ripetere a pappagallo la sua tesi (anche ultimamente). Una tesi che pare difficile scindere dalle convinzioni personali di un uomo che si definisce «religioso ortodosso, democratico e culturalmente conservatore, credente nel matrimonio e dei Marines, sostenitore di istituzioni e dei valori della famiglia».
Nel 2007 il Procuratore generale del Kansas intervenne per impedirgli di proseguire le sue campagne d'odio nei confronti del medico George Tiller, assassinato da un fanatico che risultò influenzato proprio dalle sue dichiarazioni pubbliche. McHugh è anche noto anche per il suo lavoro in difesa sacerdoti cattolici accusati di abusi sessuali, così come fecero scalpore le sue false dichiarazioni rilasciate in un tribunale, quando sostenne che le telefonate moleste dell'accusato non contenessero alcun dettaglio osceno: le indagini appurarono fosse a conoscenza di una conversazione in cui il suo cliente parlò di rinchiudere un bambino di quattro anni in una gabbia da cani per poi abusarne una volta immobilizzato.

Insomma, si è di fronte ad un medico che a detta dei suoi colleghi «ha trascorso la sua carriera di imporre le sue convinzioni religiose sui corpi degli altri» ma per l'associazione ProVita è necessario cestinare la dignità di milioni di transessuali sulla base di un unico parere di parte espresso da un uomo dalla moralità altrettanto discutibile. E pesare che basterebbe veramente poco per trovare professionisti assai più affermati pronti a sostenere che il loro odio e la loro omofobia sconfini nel patologico, ma evidentemente l'assenza dello stato e l'appoggio degli integralisti cattolici deve avergli montato la testa al punto da credere che l'essersi auto-attribuiti il nome di ProVita gli consenta il diritto di poter decidere chi abbia il diritto di vivere e chi no. Con buona pace per la pari dignità che la Costituzione dovrebbe garantire a tutti i cittadini.
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